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La manovra stipendi, il patteggiamento, la SuperLega: perché tra Juventus, Figc e Uefa non è finita qui

23 Maggio 2023 - 06:30 Redazione
juventus sentenza penalizzazione manovra stipendi cosa succede
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I bianconeri si aspettavano 5 punti. Ora possono rischiare di buttare via anche la prossima stagione

Non è finita con i dieci punti di penalizzazione. E per la Juventus che sul campo ha perso a Empoli le plusvalenze precedono la manovra stipendi. E l’Uefa. Mentre il club, in una nota ufficiale, «prende atto di quanto deciso e si riserva di leggere le motivazioni per valutare un eventuale ricorso». Ed esprime la «grande amarezza» della società e dei suoi milioni di tifosi «oltremodo penalizzati da sanzioni che non sembrano tenere conto del principio di proporzionalità». Ma intanto sulla manovra stipendi la società pensa anche al patteggiamento. Che potrebbe consentirgli di scontare tutte le penalità in questo campionato. E ripartire da zero l’anno prossimo.

Lo sconto di 5 punti

La sentenza oltre a stabilire la penalizzazione in classifica per la squadra, ha prosciolto i sette dirigenti della società torinese per il quale il Collegio di Garanzia aveva chiesto di rimotivare la responsabilità. Ovvero Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano. Per tutti, il procuratore federale aveva chiesto otto mesi di inibizione. Il rinvio del Collegio di Garanzia al secondo grado della giustizia della Figc partiva dalla confermata colpevolezza di Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Fabio Paratici e Federico Cherubini. Ma chiedeva di riformulare la sanzione, l’originario -15. Quantificando e motivando l’apporto di questi sette dirigenti a quello che anche la Cassazione dello sport aveva definito un sistema che ledeva il principio di lealtà sportiva. Al netto dei nuovi ricorsi della Juventus, arriva così un nuovo punto di svolta della infinita vicenda legata al procedimento sulle plusvalenze. Così il club bianconero – e con lui tutto il campionato – è in possesso di una visione più chiara anche delle ripercussioni sulle zone alte della classifica.

La posizione della Juve

La Juve invece puntava a prendere solo cinque punti di penalizzazione. Perché, secondo il ragionamento degli avvocati bianconeri, aveva calcolato un danno di cinque milioni per ogni punto perso. Ora ogni scenario resta comunque aperto. Nelle giornate che restano alla fine del campionato, la squadra di Allegri ha infatti la possibilità di risalire la classifica e rientrare nel gruppo di squadre che il prossimo anno giocheranno le coppe. Poi, la parola passerà alla Uefa, che ha un procedimento aperto contro la Juventus e aspetta le decisioni italiane, e al nuovo processo sportivo sulla manovra stipendi, la cui udienza è stata fissata al 15 giugno. Un altro mese che si annuncia caldo per il club bianconero, dato che le intenzioni sono quelle di chiudere entro la fine della stagione.

Patteggiamento o nuovo processo

La Gazzetta dello Sport spiega i termini della questione. Ai bianconeri attualmente restano l’ipotesi del patteggiamento o quella del nuovo processo. L’accordo per il patteggiamento prevede l’applicazione di una nuova pena. Che la Juve proverebbe a scontare nella prossima stagione. Il tempo prima dell’apertura del processo dà ai bianconeri un vantaggio: potranno prendere una decisione alla fine del campionato. Calcolando quindi gli effetti della penalizzazione sulla classifica. Se non si arriva a un accordo si va a processo. E qui il procuratore non farà sconti. La Juve potrebbe doverli scontare in questa stagione. Con l’obiettivo di lasciarla fuori dalle competizioni europee.

Uefa e SuperLega

Poi c’è l’Europa. Nyon deciderà a giugno su stipendi e plusvalenze. In più la società aveva firmato un accordo sul Financial Fair Play. Che avrebbe aggirato proprio attraverso le plusvalenze. Così i bianconeri potrebbero ricevere una multa sul 15% del fatturato. Ma soprattutto dovrebbe mollare la SuperLega. In ogni caso uno dei motivi che spingono la Juventus ad arrivare più in alto possibile è proprio la squalifica. Che deve essere afflittiva. E quindi una qualificazione, per esempio, in Conference League potrebbe costituire poi la materia su cui l’Uefa si muove per la squalifica. Lasciando però il prossimo campionato intonso.

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