«Unità speciali di Kiev dietro l’attacco coi droni sul Cremlino». I sospetti dell’intelligence Usa: «Ma Zelensky ne era all’oscuro»

A inizio maggio il misterioso blitz dai cieli sulla sede del governo russo. Oggi la rivelazione del New York Times

C’è probabilmente una mano ucraina dietro gli attacchi con i droni al Cremlino di inizio maggio: quella di unità speciali dell’esercito o dell’intelligence di Kiev. A dirlo sono fonti dell’intelligence Usa citate dal New York Times. Verrebbe così smentita la tesi circolata nei giorni successivi al misterioso accaduto secondo la quale sarebbe stata la stessa Russia ad organizzare l’attacco in modo da poter poi avere un pretesto per giustificare la nuova offensiva dai cieli contro obiettivi in Ucraina. Stando alle informazioni diffuse dagli 007 di Washington, non è chiaro quale corpo armato ucraino abbia portato a termine l’attacco, ma è probabile che esso sarebbe avvenuto all’oscuro del presidente Volodymyr Zelensky e di altri esponenti militari e governativi. Per giungere alla conclusione, l’intelligence statunitense si è avvalsa anche di alcune comunicazioni intercettate di esponenti statali ucraini nelle quali si sosteneva che Kiev fosse il mandante dell’attacco.


Il timore della rappresaglia

Sempre secondo le fonti citate dal New York Times si sta facendo sempre più forte negli Usa il timore che azioni come l’attacco dei droni possano far insorgere nella Russia un sentimento di vendetta nei confronti di Washington, “colpevole” di essere il Paese estero che più supporta Kiev, avendo fornito centinaia di miliardi di dollari in aiuti umanitari e militari. Preoccupa, inoltre il poco controllo che Zelensky avrebbe sui propri corpi militari. Altri esempi nel corso della guerra che rientrerebbero in questa tesi sono il sabotaggio del gasdotto Nordstream, l’assassinio di Darya Dugina e quello di Vladlen Tatarsky.


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