Candida auris: cos’è il patogeno che resiste alle terapie

Il contagio avviene per contatto. La resistenza alle cure

Un uomo di 79 anni è morto ieri per una crisi settica all’ospedale di Milano. Era arrivato dopo otto mesi di terapia intensiva in Grecia. Il test del tampone che ha fatto al momento del suo ingresso nel nosocomio ha rivelato la positività a due batteri multiresistenti e alla candida auris. L’anziano era finito in terapia intensiva per un problema cerebrale. Dopo otto mesi in Grecia, dove aveva avuto varie complicanze di tipo settico, la famiglia ha deciso di riportarlo in Italia. Al Sacco è arrivato con problemi gravi di decubito, completamente dipendente dal ventilatore, e appunto con la candida auris. Proprio per questo non si può dire che ci sia un collegamento diretto tra la morte e la candida.


Un fungo

La Candida auris è un fungo descritto per la prima volta nel 2009, dopo l’isolamento in Giappone dall’orecchio di una donna. Da qui la parola “auris”. In Italia il primo caso di infezione invasiva da Candida auris è stato identificato nel 2019. In seguito si è verificato un focolaio che ha interessato alcune regioni del Nord nel periodo pandemico 2020-2021, come si legge sul sito Epicentro dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Dal 2019 sono stati descritti o notificati sia casi importati che casi autoctoni, per un totale di circa 300 casi. Il focolaio epidemico ha coinvolto principalmente Liguria ed Emilia-Romagna. La diffusione più significativa della Candida auris è negli Stati Uniti. I Centri di controllo e prevenzione delle malattie (Cdc) l’hanno definita una minaccia urgente a causa dell’antibiotico-resistenza. Tra 2020 e 2021 i casi sono aumentati notevolmente.


L’antibiotico-resistenza

Nel 2021, in particolare, sono triplicati i casi resistenti al farmaco più raccomandato e utilizzato per il trattamento delle infezioni da C. auris, le echinocandine. A livello nazionale negli Usa i casi clinici sono passati da 476 nel 2019 a 1.471 nel 2021. I casi di screening sono triplicati dal 2020 al 2021, per un totale di 4.041. Secondo i Cdc, questo aumento è visibile anche nel 2022. Ieri il dottor Matteo Bassetti ha spiegato che si tratta di un fungo che «conosciamo bene perché abbiamo avuto in Italia diversi casi, anche mortali. E che dobbiamo combattere perché può colpire chi è ricoverato in ospedale. Purtroppo è il frutto dell’utilizzo inappropriato degli antibiotici. E nel caso specifico gli antifungini, che ha reso la candida più resistente. È quindi un microrganismo resistente ai farmaci, che ha un’elevatissima mortalità che può arrivare al 50%, quindi uno su due di chi è colpito può rischiare la vita».

L’allarme e il contagio per contatto

Il Messaggero oggi parla con Mauro Pistello, ordinario di patologia clinica all’università di Pisa. Il quale spiega che si tratta di uno dei patogeni emergenti «di cui dobbiamo avere paura. Infatti, se da un lato si trasmette più difficilmente degli altri batteri, dall’altro è molto più difficile da trattare. Per chi ha un’infezione ed è un paziente più compromesso la gestione è più complicata a causa delle patologie». Il contagio avviene per contatto e non attraverso le vie respiratorie. «In più noi abbiamo pochi antifungini e quindi è facile che si sviluppi la resistenza», conclude Pistello. La patogenità, avverte il dottore, cambia soprattutto da individuo ad individuo. E nella popolazione anziana può essere maggiormente mortale.

L’anziano del Sacco

L’anziano era finito in terapia intensiva per un problema cerebrale. Dopo otto mesi in Grecia, dove aveva avuto varie complicanze di tipo settico, la famiglia ha deciso di riportarlo in Italia e al Sacco è arrivato con problemi gravi di decubito, completamente dipendente dal ventilatore, e appunto con la candida auris ma anche e soprattutto due batteri multiresistenti.

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