Qualità della vita, è Ravenna la città ideale per i giovani. Trento la migliore per gli over 65

L’indagine presentata al Festival dell’Economia misura i servizi offerti dalle principali città italiane per ogni fascia d’età

Quali sono le città italiane in cui si vive meglio? Per i bambini, Siena. I giovani, Ravenna. Per gli anziani, Trento. È quanto emerge dalla terza edizione dell’indagine sulla Qualità della vita, presentata ieri al Festival dell’Economia di Trento. La classifica – riportata oggi dal Sole 24 Ore – misura i servizi e le opportunità offerte dai vari territori in base alle esigenze specifiche di tre fasce d’età. Ogni città viene valutata sulla base di 36 indicatori, ognuno dei quali riceve un punteggio da 0 a 1000. La classifica finale non è altro che il risultato della media dei punteggi conseguiti. Nel caso dei bambini, per esempio, si tiene conto della retta media della mensa scolastica, la spesa pro capite dei Comuni per i servizi sociali per famiglie e minori, le competenze dei ragazzi di terza media e così via.


I giovani scappano dalle grandi città

Prendendo in considerazione il punteggio relativo ai servizi per i più piccoli, uno dei fenomeni che emergono con più chiarezza dall’indagine è il profondo divario tra le diverse zone d’Italia. Nelle prime 50 città classificate, 4 sono al Sud, 13 sono al Centro e le restanti 33 sono al Nord. Siena, la prima città classificata, è seconda in Italia per numero di pediatri attivi ogni mille abitanti sotto i 15 anni. Per quanto riguarda la classifica dei servizi riservati agli under 35, c’è un trend che spicca su tutti gli altri: l’insoddisfazione dei giovani che vivono nelle grandi città.


Le province minori

«I giovani tra i 20 e i 34 anni sono più soddisfatti nelle province minori: nessuna città metropolitana si trova nelle prime 20 posizioni della graduatoria legata a questo parametro», sottolinea Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne. Delle 107 città prese in esame, nove città metropolitane si collocano negli ultimi 30 posti della classifica. È il caso di Napoli (105ª), Palermo, (101ª), Bari (88ª), Torino (83ª) e Milano (79ª). A pesare sono soprattutto i canoni d’affitto inaccessibili, come dimostrato anche dalle crescenti proteste universitarie delle ultime settimane. A svettare nella classifica degli under 35 è Ravenna, che punta – tra le altre cose – sull’offerta culturale: nel 2021 la città ha organizzato 75,2 concerti ogni 10mila abitanti under 35.

Il confronto con il 2022

Per quanto riguarda i più anziani, a stimare l’indice di benessere contribuiscono alcuni parametri come i posti letto nelle Rsa o l’«indice di solitudine», che misura l’incidenza dei nuclei unifamiliari composti da persone sole over 65. Un indice che tocca il record in tre città: Aosta, Milano e Roma. Il confronto di tutte queste classifiche con i dati dell’edizione 2022 svela alcuni trend. Per esempio, calano medici e infermieri ma aumenta il numero di pediatri (+1,8%) e di geriatri. Si riduce la disoccupazione giovanile e il numero di Neet, ma sale il consumo di farmaci antidepressivi, in particolare tra i più anziani. Un trend che riguarda soprattutto le regioni del Sud, dove – avverte Antonella Levante, ad di Iqvia Italia – «l’educazione alla prevenzione è ancora carente».

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