Maternità surrogata, matrimonio egualitario e carriere alias. Ecco il documento del Roma Pride 2023 che ha mandato in tilt il centrodestra
È il documento politico bandiera del Roma Pride 2023 il «colpevole» del cortocircuito del centrodestra di governo nella Regione Lazio, che prima ha concesso alla manifestazione per i diritti Lgbtq+ di sabato prossimo il patrocinio, poi lo ha revocato in fretta e furia dopo le proteste dell’associazione Pro Vita. Francesco Rocca e i suoi dirigenti quel documento, con ogni evidenza, non lo avevano neppure letto. A meno che – cosa che pare da escludersi – intendessero lanciare una sfida ai limiti dell’affronto ai vertici «superiori», quello del centrodestra di governo nazionale guidato da Giorgia Meloni. Il documento qui riportato muove infatti da accuse pesanti contro l’esecutivo in carica. E non c’è bisogno di inoltrarsi molto a lungo nel testo per rendersene conto. «Dall’inazione di una stagione politica e istituzionale inconcludente sulle nostre rivendicazioni, siamo passatə a una fase di concreta e spudorata ostilità, che investe non solo la comunità LGBTQIAK+ ma in generale tutti gli strati più vulnerabili della società», si legge nella prima parte del manifesto del Pride. E ancora, più chiaramente, «il governo italiano ha esplicitamente dichiarato guerra alle famiglie arcobaleno, a spese delle nostre figlie e dei nostri figli. Continua inoltre a sostenere una politica oscurantista e di negazione nei confronti di temi correlati a esigenze concrete della vita di milioni di persone».
Un’altra idea di Paese
I promotori della manifestazione di sabato prossimo, insomma, mettono bene in chiaro di volere un Paese basato su valori e libertà ben diverse da quelli di riferimento per la destra di governo. Un «cambio di rotta» che si enuclea in un piano di azioni ben chiaro: l’istituzione della carriera alias «in tutti gli istituti di istruzione» e il riconoscimento di tale identità nei CCNL senza bisogno di certificazioni mediche». E poi ancora, a rendere il documento più problematico per la destra, «una riforma del diritto di famiglia che preveda matrimonio egualitario, riconoscimento dellə figliə alla nascita da parte di entrambi i genitori e la trascrizione degli atti di nascita formati all’estero». Ed anche «il riconoscimento del certificato europeo di filiazione, perché la libertà di circolazione dellə nostrə figliə e delle nostre famiglie non può essere compressa da un governo illiberale e reazionario». Infine, la rivendicazione più importante e forse più indigesta per lo schieramento di governo, in questi mesi di forte contrapposizione sul tema della maternità surrogata: «Vogliamo una legge che introduca e disciplini anche in Italia una gestazione per altri (GPA) etica e solidale, che si basi sul pieno rispetto di tutte le persone coinvolte, sulla scorta delle più avanzate esperienze internazionali e in un’ottica di piena e autentica autodeterminazione». È tra queste righe che si è perso il centrodestra laziale. Rischiando di fare la frittata con quello nazionale. Prima della marcia indietro strategica. Ecco il documento completo dei promotori del Roma Pride 2023.
Foto di copertina: Una scena del Roma Pride 2022, con madrina d’eccezione Elodie – ANSA/TERESA CILIBERTO
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