Lo sfogo di Arisa dopo le polemiche: «È stata un’intervista sfortunata, ma Meloni mi piace: la sogno al Pride» – Il video

La spiegazione della cantante dopo le polemiche e il relativo passo indietro dal ruolo di madrina della parata di Milano a causa delle frasi rilasciate dalla stessa a “La Confessione” sulla premier e i diritti Lgbtqia+.

«Il mio sogno più grande è che Giorgia Meloni sia al Pride». A dirlo in un lungo sfogo sui social è Arisa, dopo le polemiche e il relativo passo indietro dal ruolo di madrina della parata di Milano a causa delle frasi rilasciate dalla stessa a La Confessione sulla premier e i diritti Lgbtqia+. La presenza di Meloni al Pride, per la cantante, potrebbe servire per «ascoltarvi, per capire le vostre ragioni, senza filtri, senza intermediari e per concederci i diritti fondamentali. Anche per lei sarebbe – continua Arisa – più facile amministrare uno Stato di persone felici». Arisa sostiene che le dichiarazioni rilasciate a Peter Gomez le abbiano causato diversi problemi: «Oggi sono arrivata a leggere che sono il nemico numero uno, che qualcuno ipotizza che io possa essere il nemico numero uno della comunità. Ma non vi sembra un po’ troppo? Io personalmente – spiega la cantante nelle sue storie Instagram – non mi sento il nemico uno della comunità, non potrei mai esserlo. Ho fatto solo un’intervista sfortunata, ho fatto solo un’intervista che non mi aspettavo, nella quale mi sono fatta piccola così perché ero cosciente di non essere preparata e non mi aspettavo quel tipo di domande», racconta Arisa sottolineando, inoltre, di essersi espressa «in maniera parziale, cercando di dire e non dire». Per questo motivo, la decisione «di parlarvi senza intermediari e di prendermi la responsabilità delle mie parole e delle mie azioni senza filtri», spiega la cantante.


«Ribadisco a me piace Giorgia Meloni»

Su Instagram, Arisa ha voluto inoltre ribadire il suo apprezzamento nei confronti di Meloni. «Ribadisco – dice -: a me piace Meloni perché è stata una donna che è stata in grado di raggiungere gli obiettivi che non ha mai raggiunto nessuno prima. Io vengo da una famiglia patriarcale dove le donne devono stare zitti, devono cucinare e quando gli uomini sono di cattivo umore è possibile anche che le prendono. Come mio nonno ammazzata di botte mia nonna e mia mamma a volte le prendeva o comunque doveva stare lì a guardare», racconta. «Il problema di questo polverone – aggiunge ancora Arisa – è stato dato dal fatto che molti di voi hanno letto solo il titolo dei giornali che parlavano di questa cosa ma non hanno visto l’intervista perché se voi aveste visto l’intervista alla domanda: “Sei a favore dei matrimoni gay” io ho riposto di “Sì”. Alla domanda “Sei favorevole alle adozioni per persone della stesso stesso”, io ho risposto di “Sì”. L’unica cosa sulla quale mi sono espressa in modo negativo, oltre ad altri argomenti, è la maternità surrogata».


«Sono contraria alla maternità surrogata»

Dopo aver ribadito le motivazioni che l’hanno spinta a schierarsi a favore dell’indirizzo politico della premier Giorgia Meloni, Arisa ha anche ribadito la sua contrarietà alla maternità surrogata. «Io da donna non posso essere d’accordo con la maternità surrogata perché questa pratica rischia di mettere a repentaglio la dignità dell’essere umano femminile che verrebbe utilizzato a fini commerciali come oggi sono utilizzate le bestie. In alcune parti del mondo si concedono alla malavita organizzata per questo tipo di pratiche. Inoltre – continua la cantante – i rapporti che regolano questo tipo di compravendita sono contratti nei quali si stabilisce che il bambino verrà consegnato solo se nascerà sano. E allora mi chiedo i bambini che non nasceranno sani che fine fanno?», afferma aggiungendo inoltre di essere invece favorevole alle adozioni «sia per le famiglie arcobaleno che per i genitori single. Io sono una donna di 40 anni che vorrebbe essere madre e che non può esserlo naturalmente per problemi. Non voglio ricorrere all’inseminazione in vitro senza avere un compagno, ma voglio comunque vivere nell’amore, condividere anche i sacrifici che ho fatto e le battaglie che ho vinto. Io chiedo al governo di facilitare le pratiche di adozioni», conclude.  

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