La scuola è finita: in Svezia come in Italia. Ma a diplomarsi proprio oggi con la fine delle lezioni, in Europa del Nord, è un’alunna speciale: Greta Thunberg. Lo ha annunciato l’attivista stessa sul suo account Twitter, comunicando che con la fine del suo percorso scolastico – segnato dalle proteste per fermare il cambiamento climatico che l’hanno resa progressivamente un’icona mondiale – finiranno anche i suoi emblematici scioperi del venerdì. «Oggi finisco la scuola superiore, il che significa che non potrò più fare scioperi scolastici per il clima», ha annunciato su Twitter l’attivista, che ha compiuto 20 anni a gennaio. In Svezia come in Italia, la scuola superiore termina di regola all’età di 19 anni, ma Greta ha interrotto il percorso scolastico per un anno per condurre la sua campagna globale contro l’inazione dei leader sul cambiamento climatico.
Nuova pagina da scrivere
Che farà ora Greta, dunque? Tutto cambia perché poco cambi, ha spiegato lei stessa in un lungo thread sulla piattaforma social. «Continuerò a protestare il venerdì, anche se tecnicamente non si tratta più di uno “sciopero scolastico”. Non abbiamo altra scelta se non fare tutto il possibile. La lotta è appena iniziata». E alla radio svedese, Sveriges Radio, che ha provato a incalzarla, l’ambientalista ha solo detto dovrà trovare un nuovo slogan da scrivere sul suo cartello al posto di quello che l’ha resa celebre, prima in Svezia e poi in tutto il mondo: Skolstrejk för klimatet (“sciopero scolastico per il clima”). «Purtroppo non ci mancano gli slogan tra cui scegliere», ha detto Thunberg, senza specificare quale sceglierà.
La lotta solitaria diventata globale
Era l’agosto 2018 quando Greta si presentò per la prima volta munita solo del suo cartello davanti al Parlamento svedese. Una protesta iniziata in sordina, ma continuata ogni singolo venerdì, sino a diventare un movimento nazionale e poi globale: quello dei Fridays for Future. «Nel 2019, milioni di giovani hanno scioperato da scuola in tutto il mondo per il clima, riempiendo le strade in oltre 180 Paesi. Poi è arrivata la pandemia, e abbiamo dovuto trovare altre forme di protesta». 251, per l’esattezza, i venerdì a braccia conserte per il clima di cui è stata protagonista negli anni Greta. Che nel salutare tutti i suoi seguaci e i compagni d’azione del movimento Fridays for Future incita a non mollare la presa, anzi: «Noi che possiamo alzare la voce abbiamo il dovere di farlo. Per cambiare tutto, c’è bisogno di tutti. Semplicemente non abbiamo altra opzione se non fare tutto ciò che possiamo. La lotta è appena cominciata».
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