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Serbia-Kosovo, tensione alle stelle dopo l’arresto al confine di tre poliziotti di Pristina. Vucic attacca Kurti: «Vuole la guerra»

14 Giugno 2023 - 22:56 Simone Disegni
Per il governo del Kosovo i tre sarebbero stati «rapiti» entro il suo territorio. Secondo Belgrado sventato invece un piano «terroristico»

Torna altissima la tensione tra Serbia e Kosovo, a due settimane dagli scontri di Zvecan in cui sono rimasti feriti anche 14 soldati italiani. Il governo kosovaro ha denunciato che tre suoi agenti di polizia sono stati rapiti oggi, mercoledì 14 giugno, nella zona di confine tra i due Paesi (la Serbia non riconosce la sovranità del Kosovo). «Tre poliziotti kosovari sono stati rapiti oggi dalle forze armate serbe all’interno dei nostri confini. Sia l’incrusione delle forze che il rapimento sono chiari atti di aggressione internazionale. Chiediamo l’immediato rilascio degli agenti, e la condanna internazionale di queste azioni», ha scritto il primo ministro di Pristina Albin Kurti su Twitter. Secondo le forze dell’ordine kosovare, i tre avevano denunciato la presenza di alcuni uomini armati e mascherati nell’area. Ma una volta giunti i rinforzi, sono state trovare le loro auto della polizia vuote, mentre i poliziotti erano irrintracciabili. Diversa la versione del governo serbo: secondo il mistero degli Interni, i poliziotti sarebbero stati «arrestati» da un’unità speciale antiterrorismo della polizia di Belgrado. Questa la ricostruzione di parte serba: «Con l’intervento rapido ed efficiente della polizia serba, è stato sventato il tentativo della polizia del cosiddetto Kosovo di invadere il territorio della Serbia centrale per condurre un’azione che secondo tutti i parametri è un atto terroristico con l’obiettivo di destabilizzare ulteriormente la situazione e far crescere il conflitto con la Serbia». I media serbi – riporta Euronews – hanno anche pubblicato foto e video degli uomini che si suppone arrestati, portati via in manette e bendati da agenti dell’antiterrorismo.

Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha risposto duramente a quanto accaduto, accusando il premier kosovaro Albin Kurti di non fare nulla per calmare la situazione ma di mirare al contrario a esasperare sempre più gli eventi e di volere una guerra ad ogni costo. «Temo che abbiamo varcato il Rubicone e che sarà molto difficile il ritorno alla normalità», ha detto Vucic in serata alla tv pubblica Rts. Per il presidente, la situazione è a un bivio – o si lavora per la pace o si va in direzione opposta. «C’è un uomo nei Balcani, Albin Kurti, che vuole provocare una guerra» – ha affermato Vucic, confermando che l’arresto dei tre poliziotti kosovari, armati di tutto punto, è avvenuto ben al di dentro del territorio serbo, 1,8 km dalla linea amministrativa di demarcazione, come Belgrado definisce la frontiera con il Kosovo. Versione questa opposta a quella fornita da Pristina, che parla di ‘rapimento’ dei tre agenti in territorio del Kosovo.

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