Stallo Mes, la maggioranza prende tempo e rinvia i lavori in commissione. Dal ministero di Giorgetti arriva un’apertura alla ratifica

Il rimpallo di responsabilità tra deputati e governo fa posticipare di 36 ore l’avvio dell’iter parlamentare

C’è una data, il 30 giugno, giorno in cui l’Aula di Montecitorio dovrà discutere se ratificare o meno l’intesa di modifica del trattato del Mes. Prima della fine del mese, le commissioni competenti in materia devono analizzare il testo. È evidente la difficoltà di Fratelli d’Italia e Lega che, in campagna elettorale, si erano impegnati a non procedere con la ratifica. Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha provato a schermare il governo dalle polemiche, rimettendosi al giudizio della tribuna parlamentare. Terzo polo e Partito democratico, allora, hanno imposto un’accelerazione alla pratica: sono riusciti a far calendarizzare, per il 30 giugno, un disegno di legge sulla ratifica, in quota opposizioni. «Vedremo se ha ragione Giorgetti quando dice che il Parlamento è contrario alla ratifica», aveva punzecchiato Luigi Marattin. Oggi, 21 giugno, si è arrivati al primo round dell’iter parlamentare. La commissione Esteri della Camera, alle 8.30, si è riunita per esaminare il testo. Le opposizioni hanno esortato l’ufficio di presidenza, sul cui scranno più alto siede Giulio Tremonti, a far partire le procedure: il disegno di legge deve attraversare le altre commissioni competenti, tra cui la Bilancio, prima di approdare in Aula. La discussione nell’emiciclo costringerà le forze di maggioranza a esprimersi chiaramente contro o a favore della ratifica: il timore dell’esecutivo è che i rapporti con Bruxelles, in caso di bocciatura, possano deteriorarsi e che le trattative per il nuovo Patto di stabilità possano prendere una piega svantaggiosa per l’Italia.


Il via libera del ministero dell’Economia: «Non ci sono rischi nella ratifica»

Serve tempo. I commissari del centrodestra hanno chiesto di sospendere l’esame della norma, così da poter analizzare un parere arrivato dal ministero dell’Economia. Le opposizioni hanno protestato. Repubblica racconta che il leghista Paolo Formentini avrebbe chiesto, a quel punto, di votare il testo base, nel quale si prevede la ratifica dell’intesa di modifica del trattato. Un testo che sarebbe stato, verosimilmente, bocciato. A quel punto, un giro di telefonate che avrebbe fatto squillare persino i telefoni di Palazzo Chigi ha portato i deputati del centrodestra a proporre e ottenere un rinvio di 36 ore dei lavori della commissione. La seduta di domani pomeriggio dovrebbe aprirsi, dunque, con un parere definitivo del governo sul Mes. Che, però, attraverso il capo di gabinetto di Giorgetti, Stefano Varone, ha fatto già pervenire un report sul disegno di legge di ratifica. Il ministero dell’Economia non ha rilevato alcuna criticità. Dall’approvazione della modifica del Mes, «non discenderebbero nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità del 2012». Nessun pregiudizio di natura economico-finanziaria, «non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione». Per via XX settembre, dunque, il Mes non causa problemi per la tenuta economica del Paese. Bisognerà capire se ne causerà per la tenuta della maggioranza.


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