Titan, le speranze del cofondatore di OceanGate: «C’è ancora tempo». I familiari di Harding: «Allarme lanciato troppo tardi»

La famiglia del miliardario a bordo del sommergibile disperso accusa la compagnia di aver aspettato troppo prima di avvertire la Guardia costiera

Otto ore. È quanto la OceanGate ha aspettato prima di lanciare un sos alla Guardia Costiera per avvisare che il sommergibile Titan aveva perso contatto con la nave in superficie. Tanto tempo, troppo, accusano ora i familiari del miliardario britannico Hamish Harding, a bordo della piccola imbarcazione che si è immersa nell’oceano per esplorare il relitto del Titanic. A esprimere la rabbia della famiglia è Kathleen Cosnett, cugina di Harding: «Hanno aspettato troppo», ha detto al Telegraph. Secondo la ricostruzione di quanto accaduto domenica mattina, il Titan avrebbe perso il contatto con la Polar Prince intorno alle 9.45 locali, circa due ore dopo l’immersione, e la Guardia costiera è stata informata della scomparsa del sommergibile solo dopo otto ore, alle 17.40 circa. A bordo c’è anche il ceo Stockton Rush, che pilota il mezzo. In queste ore di angoscia e speranza, con le riserve di ossigeno che secondo le stime degli esperti dovrebbero essere ormai finite o agli sgoccioli, a Insider ha parlato anche il cofondatore di OceanGate, l’azienda che organizza le spedizioni per visitare il Titanic. «Sono certo che Stockton e il resto dell’equipaggio si siano resi conto giorni fa che la cosa migliore da fare per salvarsi fosse estendere i limiti delle scorte di ossigeno, rilassandosi il più possibile», ha detto Guillermo Sohnlein, «sono fermamente convinto che la finestra temporale disponibile per il loro salvataggio sia più lunga di quanto la maggior parte delle persone pensi. Continuo a sperare per il mio amico e per il resto dell’equipaggio».


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