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Sommergibile disperso, il testimone: «Missione suicida, due anni fa sono sopravvissuto per miracolo»

22 Giugno 2023 - 14:26 Massimo Ferraro
Arthur Loibl nell'agosto 2021 partecipò a una missione del Titan: «Ci immergemmo con 5 ore di ritardo per problemi all'impianto elettrico»

I problemi tecnici al primo sottomarino poi quelli elettrici. la seconda missione cancellata, le ore di ritardo per l’immersione. E la staffa del tubo di stabilizzazione che si stacca durante la discesa. È frastornato Arthur Loibl, 60 anni, quando alla Bild ricorda il suo viaggio a bordo del Titan nelle profondità dell’oceano per vedere da vicino il Titanic. Nell’agosto del 2021 ha partecipato a una delle spedizioni organizzate dalla OceanGate. Con lui c’erano il ceo Stockton Rush e l’esperto francese del transatlantico naufragato nel 1912 Paul-Henry Nargeolet, attualmente dispersi. «Fu una missione suicida», afferma oggi Loibl, «il primo sottomarino non ha funzionato, un secondo tentativo di immersione è stato abbandonato. La mia missione era la quinta, ma siamo anche entrati in acqua con cinque ore di ritardo a causa di problemi elettrici». La staffa del tubo che si staccò fu «riattaccata con delle fascette, ma questo non mi ha preoccupato», ricorda oggi il cittadino tedesco, che pagò 100mila euro per un posto sul piccolo sommergibile, prenotando il viaggio tramite una società inglese che organizza «safari speciali».

A bordo del Titan

Inconvenienti tecnici ed elettrici, ma poi la missione è partita e il Titan si è inabissato per raggiungere il relitto del Titanic. Sul suo profilo Instagram, Loibl ha documentato quello che ha visto dall’oblò del piccolo sommergibile. E al tabloid tedesco racconta: «Servono nervi saldi, non devi essere claustrofobico e devi essere in grado di stare seduto a gambe incrociate per dieci ore. Le telecamere esterne erano collegate ai nostri telefoni cellulari tramite Bluetooth. Dev’essere l’inferno ora laggiù. Ci sono solo 2,50 metri di spazio, ci sono quattro gradi, non ci sono sedie né toilette». Prima di risalire in superficie, in quell’occasione il Titan fece il giro del relitto due volte, atterrando anche sul ponte. «Mi sento male, sono nervoso, ho una sensazione di vuoto nello stomaco», ha dichiarato riferendosi al sommergibile disperso, «allora sono stato incredibilmente fortunato».

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