Auto esplosa in tangenziale a Napoli, i dubbi dei parenti del tirocinante: «Perché metterlo in pericolo per un’attività del genere?»

Restano gravi le condizioni della ricercatrice e del laureando a bordo del veicolo esploso. Procura di Napoli e Cnr hanno aperto indagini parallele per accertare le responsabilità

Sono ancora ricoverati in gravi condizioni, nel reparto Grandi Ustionati dell’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli, la ricercatrice Maria Vittoria Prati e lo studente tirocinante Fulvio Filace, rimasti entrambi coinvolti nell’esplosione di un’auto ibrida sperimentale sulla tangenziale di Napoli, in direzione Pozzuoli, nel primo pomeriggio di venerdì 23 giugno. La vettura-prototipo su cui viaggiavano è esplosa improvvisamente, provocando ustioni gravissime a entrambi i passeggeri a bordo. Secondo le prime ricostruzioni, a causare l’esplosione sarebbe stata la presenza a bordo dell’auto di bombole contenenti materiale di natura ancora da definire. I due feriti hanno riportato ustioni su oltre il 50 per cento del corpo. I parenti dell’universitario tirocinante prossimo alla laurea, come racconta il Corriere della Sera, hanno spiegato che al momento «tutte le energie della famiglia sono concentrate affinché (lo studente, ndr) possa riprendersi il prima possibile» dall’incidente. E il cugino del giovane studente aggiunge: «Ritengo indispensabile che venga chiarito come mai un tirocinante prossimo alla laurea fosse stato designato per quell’incarico di trasportare materiale evidentemente pericoloso insieme a una ricercatrice. Quale sia il valore aggiunto per un tirocinio offerto da un’attività del genere resta un mistero». E il parente del giovane conclude: «Dal Cnr non abbiamo ancora ricevuto nessun contatto, aspettiamo che le indagini facciano il loro corso per dare un senso o una spiegazione a questa tragedia che ha colpito un giovane 25enne che sta per laurearsi in Ingegneria meccanica, sogna di lavorare in Ferrari e ha tanti progetti da realizzare».


Le indagini

Nel frattempo la Procura di Napoli ha aperto un’indagine sul caso e, in parallelo, il Cnr di Napoli ha avviato un’indagine interna sul caso, dato che il veicolo esploso, una Volkswagen Polo, era un prototipo in fase di sperimentazione nell’ambito di un progetto di ricerca europea che coinvolge sia l’Istituto Motori del Cnr sia l’Università di Salerno. Come spiegato all’edizione napoletana di la Repubblica dal direttore del Cnr di Napoli, Riccardo Chirone, la vettura esplosa è «un prototipo affidato all’università di Salerno per un progetto di ricerca europeo sull’ibridizzazione dei motori, di cui il Cnr non è partner, e le prove vengono fatte anche su strada». Chirone ha specificato inoltre che da parte dell’istituto di ricerca c’è massima disponibilità a collaborare con gli inquirenti. Secondo quanto emerso dai primi rilievi della Polizia stradale e dei Vigili del fuoco, sono diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti. Su tutte vi è quella per cui l’esplosione sarebbe stata innescata dalle bombole presenti a bordo dell’abitacolo, presumibilmente contenenti materiale infiammabile.


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