Tutto ha avuto inizio lo scorso gennaio, quando gli investigatori hanno trovato 145 chili di marijuana in un appartamento di Hoxter
Le operazioni di ricerca sono scattate alle 12 di oggi, 29 giugno, nelle città tedesche di Hoexter e Duisburg (Nordreno Vestfalia) e Kassel (Assia). La polizia tedesca è a caccia di materiale che, stando a informazioni arrivate agli agenti, è legato alla criminalità organizzata nostrana, probabilmente la ‘ndrangheta. Oggetto delle perquisizioni sono stati diversi stabili, tra cui alcuni ristoranti italiani. Tutto ha avuto inizio lo scorso gennaio, si legge nel comunicato della polizia, quando gli investigatori hanno trovato 145 chili di marijuana in un appartamento di Hoxter. Da lì, gli agenti affermano di essere risaliti alle prove della connessione con la criminalità organizzata calabrese. Tuttavia, al momento non possono essere rilasciate altre informazioni riguardo le indagini. Nell’ambito della stessa operazione, martedì scorso è stato arrestato, a Munster, un uomo 62enne sospettato di essere parte della ‘ndrangheta. Poche ore dopo, a Stoccarda, anche il fratello si è consegnato alle forze dell’ordine.
Il centro di Parma si prepara a trasformarsi ancora una volta in un ristorante gourmet a cielo aperto. Il 5 settembre, in piazza Garibaldi, torna la «Cena dei mille», l’appuntamento che raduna i migliori chef ambasciatori del territorio e di livello internazionale. Un evento promosso come ogni anno dalla Fondazione Parma Unesco City of Gastronomy e pensato per presentare il cibo come biglietto da visita di tutto il territorio. «Parma ha l’onore di stare sui menù di tutto il mondo – ha commentato il sindaco Michele Guerra -. Il nostro segreto è la capacità di guardare anche a cosa succede fuori dalla nostra città: da un lato tuteliamo la nostra identità, ma dall’altro ci mettiamo in dialogo con le altre culture».
La «cena dei mille»
Il programma prevede un aperitivo che si snoda tra dodici stazioni, con antipasti e finger food curati da una delegazione di ChefToChef Emilia-Romagna Cuochi. Il primo piatto sarà preparato da Enrico Bartolini, lo chef classe 1979 primo in Italia e secondo nel mondo per numero di stelle Michelin conquistate (12 in totale). Ai secondi piatti ci penseranno gli chef di Parma Quality Restaurants, il consorzio che unisce 40 ristoratori del territorio. La cena si chiuderà poi con un cremoso di cioccolato al gianduia con un cuore di saba parmense, realizzato anche in questo caso da uno chef pluristellato: Riccardo Monco, titolare dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze. Come suggerito dal nome dell’iniziativa, i posti a sedere messi a disposizione per la cena saranno mille. I biglietti hanno un costo di 120 euro a persona e saranno disponibili a partire da lunedì 3 luglio su Vivaticket. «Sta a noi chef essere dei buoni servitori e fare un buon piatto – commenta Bartolini -. E qui a Parma è ancora più difficile, perché tutti sono già abituati a mangiare bene anche a casa propria».
Parma Food Valley
La storia di Parma è legata a doppia filo con la sua tradizione enogastronomica. Una ricchezza che nel 2015 è valsa il titolo di «Città creativa Unesco per la gastronomia». Da allora, gli sforzi di cittadini e aziende del territorio non si sono mai fermati. Nel 2017 è nata la fondazione che riunisce le principali aziende della filiera sotto un unico brand: Parma Food Valley. «Il nostro obiettivo è raccontare le storie dove il cibo è protagonista – spiega Massimo Spigaroli, presidente della Fondazione -. Nel territorio di Parma il cibo è presente su tutti i livelli della filiera: dalla loro nascita alla loro tutela, fino all’esportazione nei mercati nazionali e internazionali». La fondazione riunisce decine di brand affermati a livello mondiale, riconosciuti ovunque come sinonimo di qualità. Qualche esempio? La pasta Barilla, il pomodoro di conserva Mutti e Rodolfi Mansueto, il latte Parmalat, il Parmigiano Reggiano DOP, il prosciutto di Parma DOP o le conserve ittiche di Delicius, Rizzoli Emanuelli e Zarotti. Dopo l’importante riconoscimento del 2015, la Fondazione ha pensato di alzare ancora una volta l’asticella, sostenendo la candidatura della cucina italiana a bene immateriale Unesco. E chissà che una spinta decisiva non possa arrivare proprio dalla cena in programma a Parma il 5 settembre.