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Kuleba, cosa disse Lavrov ai negoziati falliti. La risposta a Travaglio: «La nostra una guerra civile? Lo dicono la Russia e la Corea del Nord»

«Vorrei farei chiarezza: la Russia ha annesso illegalmente la Crimea, la Russia ha invaso il Donbass - dice il ministro degli Esteri ucraino a Otto e mezzo - Ho difficoltà riguardo al discorso di una guerra civile. Mi spiace non essere convincente, ma ci sono fatti e documenti dell'Onu a suffragio delle mie affermazioni»

«Non so quanto durerà ancora la guerra. Non sono un profeta e non posso fare pronostici. Lavoro ogni giorno per far sì che il conflitto finisca quanto prima» dice il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, intervistato a Otto e mezzo su La7. Kuleba è sicuro che ora Vladimir Putin «si sente più vulnerabile» dopo la rivolta del gruppo Wagner, senza il quale ora sul campo di battaglia «sarà più facile per il nostro esercito. Putin si è indebolito a seguito dell’ammutinamento di Prigozhin. Ma l’aspetto principale del golpe fallito è che il mito del Putin invincibile è finito» e questo è dimostrato dal fatto che «ha trovato un accordo con Prigozhin, non lo ha eliminato, è giunto a un compromesso. In questo momento – ha aggiunto – Putin si sente vulnerabile e molti russi se ne sono resi conto. Questa vicenda non è la fine della guerra ma apre una nuova fase del conflitto». Kuleba si aspetta un ingresso inevitabile di Kiev nella Nato: «La sicurezza euroatlantica richiede l’adesione dell’Ucraina quando ci saranno le giuste condizioni, cioè alla fine della guerra. Sarò chiaro: meritiamo un invito, diventeremo membro Nato dopo la fine del conflitto. Nessuno può pensare che la Nato non voglia l’Ucraina».

Oltre al direttore di Limes, Carlo Caracciolo, in collegamento c’è anche il direttore de il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che ha definito quella svoltasi fra il 2014 e il 2022 in Donbass una «guerra civile» e ricordato a Kuleba dei diversi tentativi di aprire un negoziato soprattutto nelle prime fasi del conflitto. «La parola negoziato non le è estranea – dice Travaglio – non pensate di dovervi pentire di non aver ottenuto il cessato il fuoco in tempo?». Il ministro degli Esteri ucraino ha risposto con ironia: «Pochi Paesi nel mondo che ritengono che quanto accaduto in Donbass fra il 2014 e il 2022 sia stata una guerra civile: la Russia, la Corea del Nord, il Nicaragua e il Venezuela. Non vorrei discutere su questo punto. Vorrei farei chiarezza: la Russia ha annesso illegalmente la Crimea, la Russia ha invaso il Donbass. Ho difficoltà riguardo al discorso di una guerra civile. Mi spiace non essere convincente, ma ci sono fatti e documenti dell’Onu a suffragio delle mie affermazioni».

A proposito dell’incontro in Turchia con il ministro degli Esteri russo Lavrov, Kuleba ha ripercorso che cosa era successo e perché non c’è mai stato un accordo dopo quel vertice: «Ad Antalia, in Turchia, il ministro degli esteri turco aveva organizzato un incontro con il mio omologo Lavrov. Gli dissi che noi avevamo la capacità e il potere di giungere a un cessate il fuoco, almeno parziale. La Russia non sarebbe stata d’accordo su un cessate del fuoco totale. Lavrov disse che non poteva negoziare, che non aveva potere, perché ce l’aveva il comando militare. Questo è il metodo russo con cui negoziano sul conflitto». Kuleba ha poi concluso la risposta a Travaglio e al suo invito a cercare una soluzione di pace senza combattere: «A me piace il calcio e penso anche a lei. Facciamo finta che una squadra italiana giochi contro una squadra tedesca o inglese durante una finale di Champions league. Lei si concentrerebbe sul tentativo di vincere, ma se parte dall’idea di perdere sin dall’inizio, lei non vincerà mai. Siamo disposti a negoziare con la Russia una volta che si ritirerà dal territorio ucraino. Il suo lavoro è di sfidarmi, il mio di vincere».

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