Alice Scagni e la premonizione sul fratello killer: «Non me lo voglio trovare sotto casa a Genova»

Durante il processo emergono le chat tra la donna e la famiglia. Finiranno in una inchiesta parallela sugli allarmi ignorati

«Bisogna intervenire per Alberto… sinceramente continuo ad avere paura… non me lo voglio ritrovare sotto casa a Genova». Queste le parole di Alice Scagni, uccisa proprio sotto casa dal fratello il primo maggio dello scorso anno. Emergono nelle chat tra lei e la madre e potrebbero finire nel fascicolo relativo alla mancata prevenzione attorno al killer nonostante gli allarmi lanciati dalla famiglia nei giorni precedenti al delitto. Secondo quanto riportato dal Secolo XIX il procuratore capo Nicola Piacente ha confermato come le registrazioni delle udienze fin qui svolte nel dibattimento principale, in cui è imputato il solo Alberto Scagni, entreranno nel fascicolo sulle presunte omissioni di forze dell’ordine e psichiatri. Attualmente sono tre gli indagati: due agenti in servizio alla sala operativa della questura nel giorno dell’omicidio e un medico del Centro di salute mentale della Fiumara.


Le chat con la mamma

Le chat esposte nel processo contro Alberto Scagni risalgono al periodo relativo all’inizio del 2022 e il 30 aprile. Uno degli scambi più importanti – riporta la testata – è del 4 gennaio. «Adesso – scrive Alice alla mamma in quella che sembra una inquietante premonizione – se la prende anche con Gian (ovvero Gianluca Calzona, suo marito, ndr) e sinceramente continuo ad avere paura. Non me lo voglio trovare sotto casa». Il 10 dello stesso mese Antonella Zarri madre di Alice e del killer ha chiesto formalmente al primario della Salute mentale di avviare un percorso per Alberto. La signora Zarri però non ottiene riscontri e se ne lamenta con Alice: «O mi danno una risposta altrimenti vado in commissariato, non ne posso più». E la figlia replica: «Ti capisco».


Leggi anche: