È lite tra i famigliari di Alice Scagni, i genitori dopo le accuse del genero: «È un pavido: quella sera l’ha lasciata sola a morire»

«Perché non ha denunciato se aveva paura?» rispondono i genitori della vittima dopo le accuse del marito in aula

Sale lo scontro tra i famigliari di Alice Scagni, la donna uccisa dal fratello Alberto il 1 maggio 2022, dopo che il marito Gianluca Calzona ha accusato i suoceri di aver sempre «giustificato il figlio», nonostante le minacce e le violenze avvenute prima dell’omicidio. «Nostro genero Gianluca è un pavido», hanno detto i genitori della vittima e dell’imputato Antonella Zarri e Graziano Scagni, dopo la testimonianza dell’uomo in aula. «La verità è che quella sera ha lasciato andare Alice da sola, al buio, senza nemmeno guardarla dalla finestra. L’ha fatta morire da sola». Calzona aveva spiegato nella sua testimonianza di aver sollecitato più volte la famiglia di sua moglie perché denunciasse Alberto Scagni per le sue continue minacce. Dopo gli episodi contro la nonna, alla quale era stata anche incendiata la porta di casa, Calzona ha detto di aver temuto per l’incolumità di sua moglie e di suo figlio. Anche su questo i genitori di Alice Scagni sono durissimi: «Se aveva così tanta paura, perché non ha denunciato? Se ha ricevuto minacce, perché ha mandato Alice? In realtà lui usava la povera Alice senza esporsi. Adesso chi non ha fatto nulla punta il dito contro chi ha provato a fare qualcosa? Se vuole dire che siamo responsabili per i 7 miliardi di persone che ha minacciato Alberto, saliamo sul banco degli imputati, va bene. Ma deve salirci anche qualcun altro».


Il fronte aperto per la famiglia di Alice Scagni è anche con le forze dell’ordine, accusate di aver sottovalutato i loro allarmi: «Noi aspettiamo ancora delle risposte – continuano i genitori della vittima – perché abbiamo chiesto aiuto, come fanno le persone civili, ma non abbiamo avuto alcuna risposta. E ora una risposta ce la devono soprattutto per quelle persone che stanno vivendo quello che abbiamo vissuto noi». Oggi 23 giugno in aula hanno testimoniato anche gli agenti che sono intervenuti il 23 e il 30 aprile 2022, quando Alberto Scagni aveva bloccato la serratura della nonna e poi aveva dato fuoco alla porta. «La nonna sospetta del nipote – ha spiegato l’agente Giovanni Dente – ma non lo aveva visto con i suoi occhi. Chiamammo la madre del ragazzo e ci disse che non era seguito dalla Salute mentale. Anche la nonna ci disse che aveva problemi mentali. La madre ci sembrò preoccupata. Ci disse che avevano una cosa in montagna dove si sarebbero trasferiti».


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