La madre di Alice Scagni a un anno dall’omicidio: «Alberto in queste ore uccideva la sorella… l’abbiamo denunciato: ci hanno lasciati soli»

Il ricordo della donna nel giorno in cui è stata uccisa sua figlia, dopo che l’altro figlio Alberto aveva minacciato anche suo padre

Proprio un anno fa, il 1 maggio 2022, Graziano Scagni e Antonella Zarri chiedevano aiuto alla polizia dopo che il loro figlio Alberto aveva accoltellato l’altra figlia, Alice. «Dobbiamo arrenderci? – scrive la madre di Alice Scagni in una lettera aperta pubblicata sui social – In queste ore Alberto Scagni, in piena crisi psicotica minacciava di morte suo padre. Graziano, impotente e spaventatissimo, registrava la seconda chiamata. La voce di nostro figlio non mentiva sulla follia che lo stava travolgendo. Dopo aver minacciato suo padre, Alberto aveva chiesto di sua sorella. Abbiamo tentato di trasmettere i suoni agghiaccianti di quella voce alla Polizia. Ma era, come oggi, il 1 Maggio, la festa dei lavoratori. Abbiamo tentato di denunciare nostro figlio ma siamo stati lasciati soli». Di recente Antonella Zarri ha raccontato di aver provato a visitare suo figlio in carcere. Alberto Scagni è stato rinviato a giudizio, con il processo che inizierà a giugno. «Non sono intervenuti e ci hanno rimandato al lunedì successivo. Ma Alberto ed Alice non hanno più avuto un lunedì. Questa è la sola ed unica verità. Quella che tutti hanno ben compreso. È terribilmente semplice. Ma per la Procura Alberto Scagni non è matto perché è l’unico responsabile di tutto quanto è accaduto. Così è più semplice. Non è gravemente infermo di mente. Ha torto il Perito del Giudice e ragione il consulente del Pm che ha stabilito, ancor prima di ogni perizia, che Alberto Scagni è un simulatore ed un callido assassino. Per ora sono stati smentiti ma sono sicura che troveranno un Giudice che, per “ragion di Stato” disporrà un’altra perizia che possa rimettere ogni cosa al suo posto. Tutta la colpa sarà di noi semplici cittadini mentre alcuna responsabilità avranno gli inerti rappresentanti dello Stato. Quando lo Stato fallisce la colpa è sempre dei cittadini». «Tra poche ore, un anno fa – ricorda la donna – verrà uccisa nostra figlia Alice. Un tragico destino. Una tragedia enorme. Mostruosa. Che queste ore siano di riflessione per coloro che, sollecitati invano da due anziani genitori disperati, non sono voluti intervenire in loro soccorso. Che ogni minuto che passa sia per loro un peso sulla coscienza con il quale dover fare i conti».


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