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Caso Santanchè, un team di avvocati prepara la ministra a difendersi dalle accuse di Report. Domani lo showdown al Senato

04 Luglio 2023 - 19:24 Felice Florio
La titolare del dicastero del Turismo avrebbe avuto un fitto confronto con i suoi legali alla vigilia dell'informativa urgente

Cresce l’attesa per l’intervento di Daniela Santanchè al Senato. Domani, 5 luglio, alle ore 15, la ministra del Turismo terrà la sua informativa urgente per provare a dimostrare la sua innocenza dalle accuse mosse da Report. Il programma di inchiesta di Rai 3 avrebbe raccolto le prove di una gestione poco limpida delle imprese guidate, in passato, dall’esponente di Fratelli d’Italia. In alcuni casi, si ravviserebbero anche ipotesi di reato. Il fascicolo è in mano alla procura di Milano, che non ha ancora emesso un avviso di garanzia. Ma intanto, su pressione delle opposizioni e di parte della stessa maggioranza, Santanchè fornirà le sue ragioni nell’Aula di Palazzo Madama. Alla vigilia dell’informativa, la ministra avrebbe avuto un fitto confronto con un pool di legali: l’obiettivo è cercare di dissipare ogni dubbio sollevato dalle inchieste giornalistiche. Lo riporta l’Huffington Post.

Pubblicamente, il partito della ministra ha espresso piena fiducia nei suoi confronti e Palazzo Chigi vorrebbe evitare altri intoppi nelle attività dell’esecutivo: le dimissioni di Santanchè sarebbero un colpo per tutto il governo. Lo scorso 18 febbraio, si è già dimessa la sottosegretaria all’Università Augusta Montaruli, dopo la condanna definitiva per peculato. Anche per restituire un’immagine di unità, pare che da Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, abbia inviato una mail a tutti i ministri, viceministri e sottosegretari: «Si richiede la presenza dei componenti del governo domani, alle ore 15, in Senato, per l’informativa urgente della ministra del Turismo». La presenza dei componenti dell’esecutivo avrà soltanto un valore comunicativo: non ci saranno votazioni, trattandosi di un’informativa. L’inquadratura sui banchi riservati al governo permetterà di valutare chi avrà raccolto l’invito di Ciriani e chi no. Eventuali presenze e assenze potranno chiarire fino a che punto questa maggioranza si spingerà nella difesa politica della ministra Santanchè.

Il caso Santanchè sollevato da Report

Il 19 giugno, Report ha mandato in onda un’inchiesta che riguarda alcune attività imprenditoriali di Santanchè. Nello specifico, si tratta di Ki Group, acquistata dalla ministra nel 2006 insieme all’ex compagno Canio Mazzaro, e Visibilia, fondata dalla ministra l’anno successivo. La prima è attiva nel settore alimentare biologico. La seconda nel campo della comunicazione e della pubblicità. Stando a quanto ricostruito dai giornalisti di Rai 3, Ki Group avrebbe accumulato una quota di circa 8 milioni di debiti verso i suoi fornitori, negli anni 2018 e 2019, in squilibrio rispetto agli attivi di bilancio. Contestualmente, Report ha raccolto le dichiarazioni di alcuni dipendenti della società che tutt’oggi aspettano di ricevere il trattamento di fine rapporto. Si parla anche di operazioni poco trasparenti, come l’affitto di un appartamento a Milano per una cifra annuale di 100 mila euro.

In borsa, l’azienda è sprofondata, passando da una capitalizzazione pari a 35 milioni di euro a 470 mila euro. Sui conti societari, sta indagando la procura di Milano. Per quanto riguarda Visibilia, società di cui la ministra è stata azionista di maggioranza fino alla nomina nell’esecutivo Meloni, l’argomento più spinoso per Santanchè riguarderebbe la presunta cassa integrazione a zero ore comminata a un dipendente che, in realtà, avrebbe continuato a svolgere le normali mansioni lavorative. Inoltre, la ministra sarebbe indagata per bancarotta e falso in bilancio relativamente alle comunicazioni nel periodo 2016-2020. Per stralciare l’ipotesi di bancarotta e far sì che venga revocato il fallimento di Visibilia, sarebbe stato proposto il pagamento all’Agenzia delle entrate di una somma pari a 1,2 milioni di euro, da versare in dieci anni. Ad oggi, Santanchè ha respinto tutte le accuse, definendo l’inchiesta di Report «priva di corrispondenza con la verità storica, con la finalità di screditare la mia immagine e reputazione».

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