La famiglia ha deciso: pubblico tutto il testamento di Silvio Berlusconi

La successione in Fininvest, il danno della legge Cirinnà a Marta Fascina: tutto quel c’è da sapere

Tutti gli italiani potranno conoscere il testamento integrale di Silvio Berlusconi fra pochi giorni, forse già entro la fine di questa settimana. Gli eredi hanno deciso che il documento sarà reso pubblico e messo a disposizione di tutti gli operatori dell’informazione dal notaio Arrigo Roveda che ha assistito lo scomparso Cavaliere fin dagli inizi della sua avventura imprenditoriale. La scelta di dare pubblicità al documento integrale secondo quello che risulta a Open è arrivata dopo una lunga riflessione fra gli eredi alla fine convinti della necessità di evitare la diffusione di elementi o retroscena fantasiosi in grado di incidere sui corsi azionari di società quotate come Mediaset e Mediolanum. Con il testamento aperto quindi sarà reso pubblico sia il nuovo assetto societario del gruppo Fininvest e delle sue partecipazioni rilevanti (Mediaset e Mediolanum in testa), sia i lasciti di liberalità a terzi (come potrebbe essere Marta Fascina) che rientrano per legge nella quota di cui Silvio Berlusconi poteva disporre come voleva, pari a un terzo del suo patrimonio.


L’eredità dell’ex premier

Non avendo un coniuge, perché sciolti da divorzio passato in giudicato i due precedenti matrimoni, i due terzi della massa patrimoniale saranno divisi fra i cinque figli di Berlusconi: Marina, Barbara, Pier Silvio, Eleonora e Luigi. Nella massa patrimoniale da dividere rientrano sia i beni esistenti oggi (mobiliari e immobiliari), sia le eventuali donazioni a uno o più figli fatte in vita e che entrano nel calcolo complessivo. Sulla successione imprenditoriale in ipotesi puramente teoricamente potrebbe incidere un eventuale patto di famiglia sottoscritto in vita per la successione imprenditoriale stabilita per uno o più figli. Di un documento simile non c’era notizia pubblica, ma se esistesse se ne avrebbe notizia nel testamento. Per Fascina, pur avendo convissuto more uxorio con Berlusconi, non può esserci alcuna quota di legittima- nemmeno tentando un ricorso come in passato è avvenuto- perché questa è stata esclusa (secondo i giuristi senza una motivazione solida) da Monica Cirinnà con la legge che porta il suo nome che consente la legittima alle unioni civili possibili dal 2016 solo fra persone dello stesso sesso. La stessa legge però assicura alla Fascina, convivente eterosessuale di Berlusconi, il diritto ad abitare a villa San Martino ad Arcore per 5 anni dalla morte del cavaliere, dovendo poi retrocedere il bene ai figli eredi legittimi. Fra i beni che entrano in eredità ce ne sono tre che sono già frutto di una precedente eredità. Si tratta di una abitazione ultrapopolare di due vani, di un appartamento di 101 metri quadrati e di un garage di 102 metri quadrati riadattato ad atelier a Trieste. Li lasciò in eredità a Silvio un suo fan della prima ora, il pittore triestino Glauco Dimini, che per molti anni inviò le sue opere in omaggio a Berlusconi con lettere che lo incitavano ad andare avanti. Da quelle regalie nacque un lungo rapporto epistolare con l’allora numero due di Forza Italia, Sandro Bondi.


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