Durante le perquisizioni, le forze dell'ordine russe hanno trovato parrucche, abiti militari, occhiali e barbe finte
Durante le perquisizioni delle forze dell’ordine russe nell’ufficio e nella casa di Yevgeny Prigozhin c’è stato un ritrovamento piuttosto bizzarro: un numero non meglio precisato di parrucche. I filmati delle perquisizioni sono stati trasmessi ieri, 5 luglio, durante il programma 60 Minuti sul canale statale Russia1 e mostrano un vasto arsenale di fucili, pistole, munizioni, lingotti d’oro, passaporti, pacchi di denaro e, appunto, alcune parrucche. E sono proprio queste ultime ad aver suscitato la curiosità di molti spettatori russi. Al punto che oggi è lo stesso Gruppo Wagner, tramite il proprio canale Telegram, a intervenire sulla questione. Il motivo per cui Prigozhin teneva in casa parrucche e travestimenti è presto detto: «Per i viaggi all’estero – chiarisce il gruppo di mercenari -. Ed ecco alcuni selfie di Prigozhin dopo la reincarnazione». Sul canale Telgram, il Gruppo Wagner condivide sei selfie scattati proprio dal leader dei mercenari, con tanto di descrizione. In una foto, per esempio, si vede Prigozhin mentre indossa una divisa simil-militare e un berretto. In questo caso, spiega la Wagner, si stava travestendo da «funzionario del ministero della Difesa in Sudan». In un altro scatto, il leader dei mercenari appare con occhiali da sole scuri e una lunga barba per assomigliare a un «assistente diplomatico di Abu Dhabi». Ma i travestimenti non si fermano qui. Dalla chat Telegram spuntano altri 4 selfie di Prigozhin in altrettante reincarnazioni: tenente anziano di Bengasi, colonnello di Tripoli, mercante della Siria e comandante sul campo Mohammed.
Ci segnalano un articolo del Corriere Trentino che sulla mummia scoperta nel 1991 in Alto Adige soprannominata Ötzi titola con un virgolettato «Era sardo, con il colesterolo e 61 tatuaggi: è ingrassato negli ultimi anni». A rendere questa frase sconvolgente è il riferimento alla presunta origine sarda dell’uomo vissuto nel Neolitico. In realtà le cose stanno diversamente, ed è probabile che i titolisti abbiano frainteso le affermazioni degli esperti. Il professor Paolo Francalacci, esperto di Genetica di Popolazioni e Genetica Evoluzionistica dell’Università di Cagliari, che ha studiato il cromosoma Y di Ötzi, spiega a Open perché è scorretto sostenere che l’antico uomo ucciso nelle Alpi fosse sardo.
Come è stata riportata la notizia
L’articolo è un’intervista alla professoressa Martina Tauber, anatomopatologa dell’ospedale di Bolzano e responsabile della mummia.
Questo potrebbe far pensare che tale attribuzione sia proprio dell’esperta, come riporta l’Unione Sarda nel rilanciare la notizia:
«Era sardo e, nonostante il suo stile di vita salutare soffriva di colesterolo alto, artrite e arteriosclerosi», racconta l’anatomopatologa dell’ospedale di Bolzano Martina Tauber, come riporta il Corriere della Sera.
Ecco il passaggio in cui potrebbero essere state fraintese le affermazioni di Tauber:
Era un uomo di circa 45 anni, ma non sappiamo se sia autoctono. Sotto il profilo genetico, l’aplotipo materno non esiste più: quel raro sottogruppo di Homo sapiens si è estinto. Invece quello paterno è individuato in Sardegna o in Corsica: qualche antenato proveniva da lì. La ricostruzione digitale della sua immagine è verosimile: il teschio rivela che aveva quei tratti e i capelli erano marroni e ondulati.
Ötzi non era sardo, ma alcuni sardi hanno degli antenati in comune
Cosa ci racconta invece il sottogruppo paterno e come si studia? «Come sapete il cromosoma Y si trasmette di padre in figlio come un cognome – spiega Francalacci -. Parliamo di aplotipo quando vogliamo indicare le mutazioni individuali del cromosoma Y. Con aplogruppo invece intendiamo una famiglia. L’aplogruppo a cui appartiene Ötzi è il G2a. Probabilmente la sua zona di diffusione era quella caucasica ch’è arrivata nel Neolitico risalendo il Danubio. La seconda strada era quella marittima».
Come fa Ötzi a risultare imparentato coi sardi? «Quella di Ötzi è una linea ch’è arrivata fin da 8/9 mila anni fa dalle aree dell’Europa centrale – continua il Professore -, a quel punto quei popoli sono scesi verso la penisola italiana mediante un percorso molto simile a quello seguito dagli antenati degli Etruschi. Anche loro non si sono fermati in Toscana, ma hanno attraversato l’arcipelago Toscano, Corsica e Sardegna». Quindi la situazione è ribaltata. «Ötzi ha un aplotipo che appartiene all’aplogruppo G2a di origine caucasica che troviamo effettivamente anche in Sardegna – spiega Francalacci -, perché discendono da questi popoli provenienti dal Nord. Tra l’altro Ötzi è morto 5 mila anni fa, quindi la Sardegna non l’ha mai vista. Forse dei parenti comuni sono arrivati in Sardegna da quella stessa strada».
Quindi Ötzi non era sardo. Sono i sardi casomai ad avere antenati in comune con lui? «Attenzione – precisa il Professore -, questo non vale per tutti i Sardi. Il cromosoma Y ci racconta che una buona parte di loro discende da popolazioni provenienti dalla Penisola iberica in epoca Mesolitica. La popolazione proto-sarda discende ovviamente da diverse linee di popolamento. Si tratta di cose che ho analizzato con altri ricercatori in uno studio pubblicato su Science nel 2013».
La smentita del Museo archeologico dell’Alto Adige
«Grazie per l’accurata verifica dell’informazione. Confermiamo l’interpretazione del professor Paolo Francalacci. L’espressione che Ötzi fosse Sardo è stata purtroppo un fraintendimento giornalistico. La dottoressa Tauber si riferisce alla pubblicazione del genoma di Ötzi di A. Keller / A. Graefen et al, in “Nature Communications” (28.2.2012). In questa pubblicazione viene osservato che l’aplogruppo Y di Ötzi G2a4 si trova tuttora in tutta Europa. Nelle isole di Sardegna e Corsica si trova in un tasso più elevato (fino al 20%)».
«L’aplogruppo dell’Uomo venuto dal ghiaccio è arrivato originariamente in Europa dal Medio Oriente dai primi agricoltori e allevatori di bestiame nel corso della cosiddetta “rivoluzione neolitica”. Ai tempi di Ötzi, nell’età del rame, questo aplogruppo era molto diffuso in Europa. È stato gradualmente perso nel corso dei millenni successivi a causa delle numerose migrazioni nella storia umana ed è sopravvissuto solo in regioni isolate come le regioni insulari del Mediterraneo».
«Riassumendo in breve: fino al 20% di Sardi e Corsi condividono il bagaglio genetico di un antenato di Ötzi che è arrivato in Europa durante la rivoluzione neolitica, quindi circa 1000 anni o più prima di Ötzi. La deduzione che Ötzi fosse Sardo quindi non è corretta».