Disinformazione, divulgazione e cultura: di cosa si è discusso nella quinta serata di «Open Space» – Il video

Le due ore passate insieme ai nostri ospiti sono state allegre e vivaci, con momenti ironici che hanno permesso di veicolare messaggi positivi e costruttivi

La quinta serata di Open Space è partita mostrando un esempio tratto dal telefilm Cobra Kai, spin-off dei film di Karate Kid, dove l’ormai adulto Johnny Lawrence scopre per la prima volta internet e legge un sito complottista in cui si sostiene che le piramidi sarebbero state costruite dai dinosauri. Di fronte alla bufala risponde così: «Lo sapevo!». Johnny è diventato padre, ma è cresciuto in un contesto non agiato e scolarizzato, il classico stereotipo dell’ignorante credulone incline a cascare in una bufala. Da qui la prima domanda rivolta ai nostri tre ospiti: cascare in una bufala è roba da boomer? La prima a rispondere è Violetta Rocks, Youtuber esperta di comunicazione cinematografia e videomaking, confermando quel processo che porta alcune persone ad avere avuto accesso a Internet «un po’ troppo tardi» e che si ritrovano in una situazione dove non riescono a «distinguere la realtà dalla finzione». Secondo la dietista Claudia Penzavecchia, nota al pubblico simpaticamente come “Quasidietista“, ci sono due grandi gruppi di persone che cascano nella disinformazione: quelle che un un momento della loro vita stanno male a tal punto da voler credere a qualunque cosa, dall’altra quelle che non hanno trovato il loro posto nella società e che trovano conforto in una certa nicchia. Ruggero Rollini, esperto nella comunicazione scientifica e autore prima a SuperQuark+ con Piero Angela e oggi a Noos con Alberto Angela, propone un altro punto di vista per quanto riguarda l’ambito scientifico, puntando il dito sulla narrazione che è stata data sulla scienza e della confusione con la quale la stessa è stata raccontata al pubblico.


Contrariamente a quanto si potrebbe pensare sull’argomento, le due ore passate insieme ai nostri ospiti sono state allegre e vivaci, con momenti ironici che hanno permesso di veicolare messaggi positivi e costruttivi al pubblico. Giunti alla fatidica domanda «Si può ancora battere la disinformazione?» si è aperto un dibattito sul concetto di «lotta» tenendo in considerazione il fatto che la disinformazione non possa essere battuta, ma affrontata. Non dobbiamo lottare con uno spirito distruttivo e di annientamento come in un’arena, la lotta serve se si crea una comunità positiva e informata, compatta e unita volta a scardinare soprattutto la disinformazione atta a far del male. Sulla nostra pagina Instagram è visibile il video integrale del quinto incontro di Open Space.


Il prossimo incontro

Il sesto incontro di Open Space parte da questa domanda: Le parole hanno ancora potere? A rispondere sarà la scrittrice e candidata premio Strega Igiaba Scego in conversazione con la vicedirettrice di Open Serena Danna. Parleremo di identità, migrazioni, memoria, conflitti e della possibilità di cambiare la realtà attraverso il racconto. L’appuntamento è il 12 luglio dalle ore 19 alle 21 all’Ostello Bello di via Medici, 4 a Milano.

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