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Gaia Zorzi, sorella del conduttore Tommaso racconta: «Sono stata drogata in discoteca, nel mio sangue la droga dello stupro»

11 Luglio 2023 - 15:35 Redazione
Il racconto su Twitter: «Trovarono nel mio sangue rohypnol, un sedativo conosciuto come “date drug”»

Gaia, sorella di Tommaso Zorzi, aveva condiviso su Twitter due articoli riguardanti il caso di Leonardo Apache La Russa, terzogenito di Ignazio La Russa, denunciato per violenza sessuale. La giovane, sorella del vincitore della quinta edizione del Grande Fratello Vip, ha raccontato poi, sempre su Twitter, quello che ha vissuto in prima persona mentre studiava a Maastricht, a vent’anni. «Durante il mio secondo anno di università ero uscita con le mie coinquiline per andare a ballare e stupidamente accettai dei drink da un gruppo di ragazzi che non conoscevo», spiega. «Era inizio serata (saranno state le 11 di sera) e io da quel momento non mi ricordo nulla. Zero assoluto. A quanto pare – aggiunge – ho perso i sensi, è arrivata l’ambulanza fuori dal locale e io mi sono svegliata il giorno dopo alle 13 in ospedale. Grazie al cielo quella sera una delle mie coinquiline non ha lasciato mai il mio fianco, mentre l’altra ha continuato a far serata. Rimase pure in ospedale fino alle sei di mattina (quando le dissero che probabilmente mi sarei svegliata tardi e le conveniva tornare a casa)». La fine del racconto di Gaia è comunque lieta, seppur la notte trascorsa in ospedale. Anche perché, svela la ragazza, poteva finire molto peggio. «Trovarono nel mio sangue rohypnol, un sedativo conosciuto come date drug. Anni dopo questo locale di Maastricht chiuse dopo che questa cosa successe a più ragazze e si scoprì che erano i baristi a vendere queste sostanze ai ragazzi che frequentavano la discoteca». Il rohypnol è un vero e proprio sonnifero. Ha un effetto ipnotico, ansiolitico e sedativo e funziona anche come induttore di rilassamento muscolo-scheletrico. Viene dato, sotto ricetta medica, per affrontare casi gravi di insonnia ma se mischiato ad alcool o anche in un banale bicchiere d’acqua (con un dosaggio magari non calibrato sulla persona che lo assume) è utilizzato anche come droga dello stupro.

(foto Gaia Zorzi/Ig)

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