Mafia, scontro nel governo. Mantovano sconfessa Nordio sul concorso esterno: «Non sono in discussione modifiche»

Il Sottosegretario alla Presidenza chiarisce al Fatto Quotidiano che le priorità dell’esecutivo sono altre

La prima tirata d’orecchie interna alla maggioranza al Guardasigilli Carlo Nordio sul concorso esterno in associazione mafiosa arriva dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, vicinissimo alla prima ministra Giorgia Meloni. «Ai parenti delle vittime di mafia dico che modificare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa non è un tema in discussione, il governo non farà alcun passo indietro nella lotta alla criminalità organizzata», assicura il giurista ed ex magistrato, «ci sono altre priorità». Solo pochi giorni fa, alla festa di Fratelli d’Italia in piazza Vittorio a Roma, il ministro della Giustizia – ritornando sulle sue parole in un’intervista a Libero – aveva parlato del concorso esterno come di «un reato evanescente, che non esiste». Nordio ha dichiarato che «si tratta di una creazione giurisprudenziale. Cioè la Cassazione, i giudici, hanno inventato questa formula abbastanza evanescente, che a rigore di logica è un ossimoro», aggiungendo di non voler cancellare la fattispecie, ma di voler «rimodulare completamente il reato». Dopo le proteste delle vittime di Mafia, da Salvatore Borsellino a Maria Falcone, il Sottosegretario Mantovano ha voluto chiarire la posizione del governo: nessuna modifica in discussione. «La giurisprudenza sul concorso esterno è consolidata», ha detto a Giacomo Salvini de il Fatto Quotidiano entrando a Palazzo Chigi, «non c’è bisogno di aprire un altro fronte, non serve intervenire politicamente, le priorità sono altre».


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