Beatrice Borromeo e il fuorionda su Juan Carlos su Netflix: «La confessione di Vittorio Emanuele è uno scoop»

La conduttrice: ha ammesso di essere testimone dell’incidente

La giornalista Beatrice Borromeo parla oggi dell’audio su Re Juan Carlos di Spagna nella docuserie Il principe su Netflix. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera la conduttrice ricorda che il principe Vittorio Emanuele ammette di essere stato testimone dell’incidente in cui ha perso la vita il fratello 15enne del re. «Il fatto che Savoia, durante la sua adolescenza, cioè negli anni in cui s’impara tutto del mondo, abbia assistito a un incidente analogo al suo, che ha provocato una morte subito insabbiata (quella del fratello minore di Juan Carlos, Alfonso, ucciso da un colpo accidentale d’arma da fuoco, ndr), è il tassello mancante per capire davvero la vicenda di Cavallo», sostiene Borromeo nel colloquio con Paola Pollo.


La confessione

Poi Borromeo spiega come ha ottenuto la confessione: «Vittorio Emanuele ha ripetuto la storia di Juan Carlos varie volte in coda alla sua intervista, a me e poi ad altri membri della troupe. È stato lui stesso, spontaneamente, a mettere in collegamento le due vicende. Credo l’abbia fatto per via della profonda analogia tra loro, sia per la dinamica degli incidenti sia per come sono stati gestiti dopo. Credo quindi che ce l’abbia voluto raccontare per farci capire a fondo qual era il contesto in cui è cresciuto. Era un materiale delicato, ma quando Paolo Bernardelli, il nostro produttore esecutivo, ha avuto l’idea di mettere la registrazione in coda abbiamo subito capito che funzionava, perché donava quella chiave di lettura in più per poter rileggere i tre episodi con una consapevolezza nuova». Aggiunge che «quello scoop può sembrare scollegato dal resto solo a un osservatore distratto».


Emanuele Filiberto

Emanuele Filiberto, invece, «ha dichiarato di non essere pentito e credo non debba esserlo, perché di lui esce un ritratto profondo e inedito. Mi ha fatto un grande piacere che abbia considerato il documentario equilibrato, ed è stato grazie al suo aiuto se siamo riusciti ad aprire anche tante altre finestre sulla vita del principe: la sua infanzia, gli anni dell’esilio, la storia d’amore con Marina, l’Iran, e il suo essere figlio trascurato che è riuscito a spezzare quella dinamica anaffettiva diventando un buon padre. Cosa che, tra l’altro, rende molto umano il fatto che Emanuele lo difenderà, a prescindere, per tutta la vita».

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