Patrick Zaki, l’ipotesi della grazia da Al Sisi. Il messaggio di Meloni e lo spiraglio dal deputato egiziano

La premier si era detta ancora fiduciosa dopo la sentenza che dovrebbe riportare in carcere l’attivista. Gli avvocati aspettano che si pronunci il governatore militare per rendere definitiva la sentenza

Dopo la condanna del tribunale di Mansura, cresce l’ipotesi che Patrick Zaki potrebbe non dover tornare in cella per scontare altri 14 mesi in carcere, dopo averne già trascorsi 22 durante la custodia cautelare. Uno spiraglio di ottimismo arriva dal segretario del Comitato per i diritti umani della Camera dei deputati egiziana e componente del Comitato per la grazia presidenziale, Mohamad Abdelaziz, con un post su Facebook ha anticipato l’ipotesi che il caso dell’attivista possa finire con una grazia del presidente egiziano Al-Sisi. Abdelaziz ha spiegato che l’organismo che presiede «ha ricevuto rassicurazioni sul ricercatore Patrick George Zaki e altri. Dalla riattivazione del comitato per la grazia presidenziale e dall’avvio del dialogo nazionale, percepiamo uno spirito positivo e continuiamo a confidare nella volontà del presidente Al Sisi di usare i suoi poteri costituzionali per il bene pubblico e per creare un clima democratico per il dialogo nazionale». Si è aggiunta poi la voce di Diaa Rashwan, coordinatore generale del Dialogo nazionale egiziano, che ha annunciato la richiesta del suo organismo alla presidenza egiziana di usare i suoi poterei per l’immediato rilascio di Zaki e non eseguite la sentenza. Come riporta il sito Youm7, Rashwan ha invitato Al-Sisi a condonare il resto della pena che resta da scontare a Zaki, se necessario, sottolineano che si tratta di uno studente «che conseguito il Master da pochi gi0orni e che è all’inizio della sua vita».


Il messaggio di Meloni e il lavoro degli avvocati

Subito dopo la condanna per il ricercatore neolaureato all’Università di Bologna, era stata la premier Giorgia Meloni a mantenere ancora aperta la strada di una soluzione alternativa al carcere. «Il nostro impegno per una soluzione positiva non è mai cessato – aveva detto Meloni – continua e abbiamo ancora fiducia». Sulla stessa strada aveva insistito anche uno dei legali che assiste il 32enne, Samweil Tharwat, secondo il quale ci sarebbe ancor la possibilità che Zaki possa essere rilasciato dopo un pronunciamento del governatore militare: «I verdetti del Tribunale per la sicurezza dello Stato non sono definitivi – ha detto l’avvocato – Diventano definitivi non appena il governatore militare li ratifica. Quindi il verdetto non è esecutivo finché il governatore militare non lo ratifica. L’imputato non deve essere arrestato direttamente. Tuttavia, nel caso di Patrick, il tribunale ha deciso di trattenere l’imputato in conformità all’articolo 151 della legge di procedura penale che conferisce al tribunale il potere di arrestare, rilasciare o trattenere l’imputato in attesa della decisione del governatore militare di ratificare o di annullare il verdetto o di richiedere un nuovo processo. La decisione del tribunale di detenere Patrick deve prevedere un periodo specifico, ma purtroppo non abbiamo ancora visto la decisione. La polizia ci ha informato che Patrick è là per la decisione del tribunale di trattenerlo, e non per scontare la sua pena detentiva», ha detto riferendosi alla Direzione di polizia di Mansura. «Non abbiamo visto il testo della sentenza, quindi non sappiamo se la sua detenzione è per un periodo specifico o meno».


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