La candidata a vice di Trump ammette di aver ammazzato la sua cagnolina: «La odiavo, era insopportabile»

Kristi Noem, attuale governatrice del South Dakota, descrive la cucciola di 14 mesi come un animale indisciplinato e difficile da controllare

Kristi Noem è una dei contendenti al ruolo di vicepresidente se Donald Trump dovesse vincere le prossime elezioni negli Stati Uniti. L’attuale governatrice del South Dakota, però, ha una caratteristica che la distingue dai suoi concorrenti: aver ucciso la sua cagnolina e averlo ammesso nel suo ultimo libro ottenuto in anteprima dalla redazione del Guardian: The Truth on What’s Wrong with Politics and How We Move America Forward, uscita prevista il prossimo mese. Noem offre ai lettori un misto di autobiografia, visioni politiche e invettive rivolte ai democratici, mentre si racconta come un politica che all’occorrenza sa destreggiarsi in situazioni «difficili, brutte e caotiche», esattamente, racconta la 52enne, come uccidere il proprio cane. Noem descrive la cucciola di 14 mesi come un animale indisciplinato e difficile da controllare.


«Un cane impossibile da addestrare»

Un giorno, la politica repubblicana aveva deciso di provare a calmare Cricket portandola con sé e altri cani esperti in una battuta di caccia al fagiano. Ma – scrive nel suo libro Noem – Cricket aveva altri piani. Arrivata l’ora di individuare i volatili, la cagnolina era andata «fuori di testa dall’eccitazione, inseguendo tutti quegli uccelli e divertendosi come una matta». Noem racconta di aver chiamato e richiamato Cricket, usando persino un collare elettronico per tentare di tenerla sotto controllo. Ma niente da fare. Poco dopo, sulla strada di ritorno dalla battuta di caccia, mentre Noem si era fermata a parlare con una famiglia locale, Cricket fuggì dal pick-up di Noem e attaccò i polli della famiglia, «afferrando un pollo alla volta, masticandolo fino a ucciderlo per poi lasciarlo cadere a passare al successivo». Cricket, la cagnolina inaddestrabile, scrive Noem, si comportava come «un’assassina addestrata».


L’uccisone

Noem racconta di essere riuscita, con non poca fatica, ad acciuffare Cricket, che per tutta risposta «si era girata di scatto per mordermi». Intanto, il proprietario delle galline piangeva. La governatrice del South Dakota spiega di essersi scusata ripetutamente, sia a parole che con un assegno, per poi aiutare la famiglia a «smaltire le carcasse che ingombravano la scena del crimine». Mentre tutto ciò accadeva, secondo Noem, Cricket sprizzava gioia da ogni poro. «Odiavo quel cane», scrive Noem, aggiungendo che Cricket si era dimostrata «impossibile da addestrare», «pericolosa per chiunque vi entrasse in contatto» e «meno che inutile… come cane da caccia». «In quel momento», scrive ancora Noem, «capii che dovevo sopprimerla». Così Noem prese la sua pistola e portò Cricket in una cava di ghiaia. «Non è stato un lavoro piacevole», scrive, «ma andava fatto». E dalle pagine del libro si apprende che Cricket non è l’unico animale ucciso solo per essere stato considerato troppo fastidioso: la stessa sorte è toccata infatti anche a una capra «sporca e puzzolente»

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