Il maltempo non molla il Veneto. Chicchi di grandine grossi come pesche. 110 feriti, auto distrutte e campi devastati. «La crisi climatica porta tempeste perfette» – Video e foto

Ieri il nubifragio è arrivato a Padova, Venezia e Treviso. Due giorni fa era stata colpita la provincia di Belluno. L’allarme del presidente della Cia di Padova, Trivellato

Non c’è pace per il Veneto che dopo essere stato colpito dalle tempeste montane di due giorni fa, ieri ha visto forti nubifragi, vento, e grandine anche in pianura. Particolarmente colpite le provincie di Padova, Venezia e Treviso. In particolare, nei comuni di Montebelluna, Cornuda, Crocetta del Montello e Pederobba, nell’alto Trevigiano, sono caduti “chicchi” di grandine grossi come palle da tennis che hanno danneggiato le colture, infranto i vetri delle auto e devastato le carrozzerie. Lo stesso è avvenuto nel Padovano, a Camposampiero e Campodarsego. Palle di ghiaccio grosse come noci sono piovute a Cittadella, Limena e San Giorgio in Bosco, e – nel Veneziano – a Stra e Vigonovo. Sono stati 190 in totale gli interventi dei vigili del fuoco, «per danni d’acqua, rimozione di alberi caduti in mezzo alla strada, messa in sicurezza di elementi pericolanti: 90 a Venezia, 50 a Padova, 35 a Vicenza, 12 a Treviso, 13 a Verona». «Sale a 110 il numero delle persone ferite con traumi determinati dalla grandine, da cadute e da rotture di vetri. Ringrazio ancora una volta i soccorritori ed i tecnici che sono intervenuti nell’immediatezza degli eventi e che continuano in queste ore nelle opere di ripristino e censimento dei danni», ha dichiarato il presidente della Regione Luca Zaia, che rimane in contatto con i sindaci dei comuni più colpiti.


I danni all’agricoltura: «Come al pronto soccorso»

Distrutti ettari di campi e frutteti, soprattutto in provincia di Padova, dove i teloni delle serre sono volati via a causa del vento che soffiava a 120 chilometri orari. La stima dei danni ancora non c’è, ma è destinata a gonfiarsi rapidamente. «Sempre di più, oggi, gli imprenditori agricoli lavorano come in un pronto soccorso – precisa il presidente di Cia Padova, Luca Trivellato – Ovvero, intervengono direttamente sui campi per tentare di salvare il salvabile allorché accadono eventi di tale portata», spiega al Corriere del Veneto il presidente di Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) di Padova, Luca Trivellato, che tra gli effetti della cambiamento climatico che in questi anni diventano sempre più evidenti e frequenti, annovera anche queste «vere e proprie tempeste perfette, che dove colpiscono distruggono tutto: in pochi minuti svanisce il lavoro di un’intera stagione»». «Alle Istituzioni – aggiunge – chiediamo una vicinanza concreta, pure con adeguati sostegni economici, in un momento oggettivamente difficile per il settore».


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