In Evidenza Governo MeloniLibanoPremio Nobel
POLITICA'NdranghetaCalabriaCosa nostraGoverno MeloniLegaMatteo SalviniMessinaPonte sullo strettoSicilia

Ponte sullo Stretto, scontro totale don Ciotti-Salvini: «Più che due coste unirà due cosche». «Che schifo, perché non lascia l’Italia?»

25 Luglio 2023 - 14:04 Felice Florio
Gli attacchi al governo del presidente di Libera e la risposta del leader della Lega

Se don Luigi Ciotti riferisce di una correlazione tra Ponte sullo Stretto e rischi sul fronte della criminalità organizzata, le sue parole hanno un peso. Se non altro perché il presidente di Libera, impegnato da decenni nel contrasto alle cosche, è forse tra i massimi esperti di fenomeni mafiosi. Ma c’è anche chi non dà credito alle sue esternazioni sul tema. Come Matteo Salvini, principale promotore della grande opera in capo al suo ministero, quello dei Trasporti. Lo scontro si è acceso nelle scorse ore, dopo che don Ciotti ha parlato di una «politica smemorata», di «segnali che diventano inquietanti» in relazione a «pilastri» dell’antimafia che «oggi vengono messi fortemente in discussione». La critica si è fatta presto esplicita durante la presentazione di un libro, nella Locride, e punta dritta al Ponte sullo Stretto: «Non unirà solo due coste, ma certamente due cosche». Il leader della Lega ha definito la frase «una vergogna, una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare e di studiare e di fare il pendolare, di andare a farsi curare come tutti gli altri. Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche». E ancora: «Fino a che c’è qualcuno all’estero che dipinge l’italiano “mafia, pizza e mandolino” fa schifo, ma è all’estero. Se però c’è qualche italiano che continua a dipingere l’Italia come “mafia, pizza e mandolino”, se espatria fa un favore a tutti».

Scontro di visioni

Salvini ha mostrato una visione diametralmente opposta a quella di don Ciotti, sottolineando che proprio il Ponte in questione sia «la più grande operazione antimafia dal Dopoguerra ad oggi». Parlando a margine dell’evento L’Italia dei sì. Progetti e grandi opere per il Paese, il vicepremier ha concluso rendendo palese il riferimento al presidente di Libera: «Quello che ha detto un signore in tonaca è la cosa più grave e volgare che abbia mai sentito». D’altro canto, anche don Ciotti aveva mosso accuse chiare nei confronti dell’esecutivo: «Vedo che in questo momento c’è in atto, con le dichiarazioni e anche con alcuni fatti, il depotenziamento di quei pilastri che sono stati creati nell’arco degli anni per avere maggiore forza al contrasto ai giochi criminali. Penso al reato di abuso dato d’ufficio che viene impoverito, eliminato. Alle intercettazioni che ne vengono penalizzate, anche se alcune piccole modifiche erano necessarie. Al concorso esterno in associazione mafiosa che viene messo in discussione e c’è la volontà di eliminarlo. Al codice degli appalti che invece di stringere per controllare questa marea di denaro che sta arrivando, si favorisce su tutti i subappalti».

Il video celebrativo del Ponte sullo Stretto, mostrato all’evento L’Italia dei sì. Progetti e grandi opere per il Paese

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti