Luca Zaia e i negazionisti del cambiamento climatico: «Mi fanno paura, così si generano gli alibi»

Il presidente della Regione Veneto: siamo di fronte a un’emergenza, non lasciamo soli i giovani

Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ce l’aveva con i negazionisti sin dal tempo del Coronavirus. All’epoca, mentre nel suo schieramento c’era un certo scetticismo, conduceva una lotta senza quartiere contro i No vax. E «neppure stavolta» condivide i negazionisti del cambiamento climatico. In un’intervista a Repubblica il governatore leghista dice che siamo di fronte a un’emergenza: «Per vincere questa sfida serve un movimento ampio. Che vada oltre gli steccati politici. Non possiamo lasciare soli i ragazzi che combattono l’ambiente». L’estate di eventi estremi ha già provocato almeno un centinaio di milioni di danni al suo Veneto. E lui dice che visto che rischiano di diventare una consuetudine, «qualche domanda dobbiamo pur farcela».


I dati oggettivi

Zaia ricorda che «qualche anno fa eravamo tutti in allerta per le bombe d’acqua, adesso c’è la grandine che provoca addirittura traumi e situazioni di stress. Io credo che il cambiamento climatico sia nell’ordine delle cose. Non esiste l’immobilità nel clima: i dinosauri scomparsi, i fossili marini in montagna, l’innalzamento della crosta terrestre. Non sono uno scienziato ma questi sono dati oggettivi. E l’uomo preme sull’acceleratore. Diceva Freud che l’uomo è l’unico animale che lascia segni tangibili del suo paesaggio. Anche in negativo». Per il governatore «i modelli produttivi seguiti e l’antropizzazione del territorio pesano moltissimo. Abbiamo costruito, interrato i canali, piombato gli argini. Senza contare ovviamente l’inquinamento».


I negazionisti

Per questo ce l’ha con i negazionisti: «Guardi, io non sono un estremista in senso contrario, non do tutte le colpe ai cambiamenti climatici. E sono prudente, anche perché mi capita di leggere – solo per fare un esempio – che nel 1908 c’è stata un’estate più calda dell’attuale. Però il negazionismo mi fa paura». Perché «così si rischia di generare alibi. Se diciamo che possiamo lasciare tranquillamente il motore dell’auto acceso per tutta la notte, finisce che tutti lo fanno. Insomma, non possiano far finta di nulla. Al di là dello scontro ideologico, servono soluzioni: affrontiamo il problema per quello che è».

L’emergenza

Secondo il governatore «serve un investimento culturale, anzitutto. Puntare ancora più forte sulla transizione energetica, quando purtroppo ci sono alcuni Paesi come la Cina che inquinano senza regole. Vede, io credo che non dobbiamo lasciare ai ragazzi la battaglia sul clima, dobbiamo farlo insieme questo percorso. Altrimenti creiamo pure un conflitto generazionale che non aiuta». Infine, due parole su Thunberg: «Greta non è condivisibile per il suo approccio. Ma sui cambiamenti climatici dobbiamo creare una no fly zone, un posto dove non scontrarsi, dove si possa collaborare senza posizioni precostituite. Anche perché questo problema tocca da vicino il nostro modello sociale ed economico. Se cadono grandinate come quelle di questi giorni, se ti va bene ti rovinano una macchina, ma se ti va peggio ti compromettono un’attività economica. Oppure finisci in ospedale. È una sassaiola, cento persone sono finite al pronto soccorso. Per favore, non dividiamoci su questa emergenza».

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