Classi differenziate, il caso Vannacci agita la Lega: solo Salvini non si smarca. I vescovi: «Ci riporta a tempi bui»

Tutta l’opposizione e pezzi della maggioranza hanno preso le distanze dalle tesi del generale. Ma il leader di partito va avanti e si prepara al primo evento con il suo candidato

Si dice che il silenzio vale più di mille parole e in politica è forse ancora più vero. Quando sabato 27 aprile le parole di Roberto VannacciLa Stampa hanno iniziato a circolare, non è stato subito semplice individuare quale sarebbe stato l’argomento che più avrebbe attirato critiche e polemiche. A una seconda lettura però è apparso chiaro che l’idea di proporre «classi con “caratteristiche separate”» tra studenti «con potenzialità» e disabili non sarebbe passata inosservata. E infatti prima il centrosinistra, poi le associazioni e il mondo del sociale hanno espresso tutta la loro indignazione per le parole fuori luogo del generale candidato con la Lega alle elezioni Europee di giugno. Ma l’ondata di sdegno non è rimasta confinata alle opposizioni ed è tracimata anche nella maggioranza, fino al partito stesso che lo porterà a Strasburgo. Non sono passate inosservate le parole di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione in quota Lega, che ha rivendicato le politiche promosse a favore dell’inclusione degli studenti con disabilità, né le parole del capogruppo forzista alla Camera Paolo Barelli che ha paragonato Vannacci a Capitan Fracassa. Anche una fedelissima come Susanna Ceccardi ha criticato quelle esternazioni, seguita dal leader di Noi moderati Maurizio Lupi che le ha definite «follia pura». Ma la scossa più forte è arrivata dal ministro dell’Economia Giorgetti, che ha preso bene le distanze dal generale: «Non è della Lega e non condivido le sue parole». A far rumore però è anche il silenzio di Matteo Salvini, che ha fortemente voluto quella candidatura anche imponendola a una parte del suo partito.


Prima uscita per Salvini e Vannacci

Nella Lega il malumore non è più nascosto ma tutto dipenderà da come andranno queste elezioni. Se il partito, che già è consapevole che perderà due terzi dei suoi europarlamentari, terrà almeno sopra il 9 per cento e Vannacci porterà un numero consistente di voti, i malumori verranno spazzati via. Altrimenti Salvini dovrà render conto internamente delle sue scelte. Anche perché la Lega ora si aspetta di mandare a Strasburgo non più di 8-9 eletti, e Vannacci è sicuro di un seggio che quindi sarà a scapito di qualche nome forte del partito. Intanto Salvini non si è espresso sulle affermazioni scivolose del suo candidato e secondo il Corriere della Sera già prepara la prima uscita pubblica insieme al generale martedì prossimo, alla presentazione del suo Controvento al Tempio di Adriano. La presenza del militare non è ancora ufficiale ma il vicepremier intende blindare il suo candidato e lanciarlo in campagna elettorale.


La Cei: «Parole che riportano a tempi bui»

A proposito invece di parole che fanno rumore, sono arrivate quelle del vicepresidente della Cei monsignor Francesco Savino, che al Corriere della Sera ha bollato le tesi del generale come «una concezione razzista della vita». Né più né meno. «Questo è il crinale sul quale, oggi, siamo chiamati a decidere da che parte stare», ha detto vescovo di Cassano allo Jonio, «sono parole che riportano ai tempi più bui della nostra storia». Secondo il vescovo, con Vannacci passa la cultura del me ne frego, alla quale va contrapposta quella dell’interessarsi, dell’avere a cuore di don Milani. «Non ne faccio una questione politica ma culturale, di civiltà. Una visione simile, che scarta e isola le differenze, è un vulnus per la democrazia e la convivenza, blocca il progresso civile», affonda ancora il monsignore, «la diversità non è un problema. Che sia diversità di pelle, sessuale, biologica, mentale o che so altro. La diversità è una risorsa, sempre. Credo sia questa la visione che deve accomunare credenti e non».

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