Istat, il Pil italiano cala al -0,3% nel secondo trimestre del 2023. L’inflazione rallenta al 6%

La crescita del Pil per il 2023 è stata rivista lievemente al ribasso, e si attesta ora al +0,8%. L’inflazione frena e torna ai livelli di giugno 2022

Cala la crescita in Italia. Nel secondo trimestre del 2023 il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,3% rispetto al primo trimestre del 2023, quando la crescita si attestava al +0,6%, mentre si registra un aumento dello 0,6% sul secondo trimestre 2022. A comunicarlo è l’Istat: «Alla discontinuità dell’andamento congiunturale nel secondo trimestre – commenta l’Istituto di statistica – fa fronte l’evoluzione positiva del Pil in termini tendenziali in misura dello 0,6%, che rappresenta la decima crescita trimestrale consecutiva». Nel secondo trimestre 2023 ci sono state tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente. Alla luce dei nuovi dati, la crescita del Pil per il 2023 risulta essere pari allo 0,8%: «In termini di variazione acquisita, per il 2023 la crescita si attesta nel secondo trimestre allo 0,8%, in leggera discesa – sottolinea l’Istituto di statistica – rispetto al valore del primo trimestre, che era stato pari allo 0,9%». Come evidenziato dall’Istat, il dato è legato a una «flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi». Quanto alla domanda, invece, a flessione «proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo». Nel mese di luglio, inoltre, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’inflazione in Italia registra una variazione dello 0,1%, con un aumento del +6% su base annua, in calo rispetto al 6,4% di giugno. Con questa “frenata”, l’inflazione torna allo stesso livello di aprile 2022 (+6%). «La dinamica – osserva l’Istat – è ancora fortemente influenzata dall’evoluzione dei prezzi dei beni energetici e riflette anche il rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei prodotti alimentari lavorati e dei servizi». Rallenta anche l’inflazione di fondo, che a luglio si attesta al +5,2%.


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