Torino, cos’è la stanza anti-aborto inaugurata all’ospedale Sant’Anna

La convenzione firmata dalla Città della Salute e dalla Federazione Movimento Per La Vita sta generando molte polemiche

All’Ospedale Sant’Anna di Torino arriva una stanza per le donne che hanno intenzione di abortire per spingerle a «superare le cause» che le hanno portate a prendere questa decisione. Si tratta di una convenzione firmata dalla Città della Salute e dalla Federazione Movimento Per La Vita. Quest’ultima ha presentato il progetto come un’iniziativa finalizzata a «fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità o che si sentono costrette a ricorrere all’interruzione di gravidanza per mancanza di aiuti». L’assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), si dice soddisfatto della convenzione: «Ogni volta che una donna abortisce perché si è sentita abbandonata di fronte alla sfida della maternità siamo di fronte a una drammatica sconfitta delle istituzioni. Per questa ragione aprire nel principale ospedale ostetrico ginecologico del Piemonte uno spazio dove donne e coppie in difficoltà possano trovare aiuto nei progetti a sostegno della vita nascente è una conquista sociale per tutta la comunità». Ma l’apertura di questa stanza ha generato fin da subito proteste e malumori tra le file della politica.


Protesta il Pd: «L’ennesima umiliazione contro le donne»

«La “stanza dell’ascolto” l’ennesima umiliazione nei confronti delle donne e della loro libertà di scelta e di autodeterminazione. Non si tratta di uno sportello di accoglienza, che altrimenti sarebbe gestito dall’ospedale o dall’Asl, ma di un affidamento diretto al Movimento per la Vita, dunque una forma di violenza psicologica istituzionalizzata». Così la capogruppo dem in consiglio comunale di Torino, Nadia Conticelli, prende le distanze dall’iniziativa e ne attacca gli intenti. «I luoghi per l’accoglienza delle donne, la tutela della loro salute riproduttiva, della genitorialità consapevole, sono già presenti all’interno del Servizio sanitario nazionale: sono i Consultori, ad accesso libero e diretto. L’assessore regionale ha il dovere di garantire le risorse necessarie, invece di umiliare il servizio pubblico per valorizzare associazioni ideologiche per finalità elettorali», aggiunge.


Le pulci alla Federazione Movimento Per la Vita

L’Ospedale in questione è al primo posto in Italia per numero di parti con 6.590 nuovi nati nel 2022. Inoltre, è anche la struttura ospedaliera piemontese con il maggior numero di interruzioni di gravidanza. Pertanto, la misura della regione si rivolge a un potenziale numero di donne molto ampio. Anche Cecilia D’Elia, senatrice del Pd e portavoce nazionale della conferenza delle Democratiche, si schiera contro la «stanza dell’ascolto» e fa le pulci alla Federazione Movimento Per La Vita: «Lo chiamano sostegno alle donne e lo affidano a un’associazione che da sempre è in campo contro la 194 e la libera scelta. Una stanza della colpevolizzazione e della dissuasione, di questo si tratta. Invece di promuovere politiche pubbliche a sostegno delle scelte di genitorialita, dei servizi, del lavoro delle donne, solo paternalismo e integralismo dalle destre al governo».

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