Come funziona la tassa sugli extraprofitti delle banche varata dal governo Meloni

Nel mirino i tassi d’interesse per i mutui. Il contributo da versare entro giugno 2024

Grazie al rialzo dei tassi di interesse gli utili delle banche hanno fatto boom. Secondo un’analisi del sindacato First Cisl i primi cinque grandi istituti di credito (Intesa San Paolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper) hanno superato complessivamente nel primo trimestre la soglia dei 10,3 miliardi di euro di utili netti. In crescita del 66% rispetto all’anno precedente. Attualmente chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile da 126 mila euro in 25 anni deve pagare 2.300 euro in più di interessi. Da questi numeri il governo Meloni ha tratto la convinzione della necessità di una tassa sugli utili delle banche. Che secondo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini dovrebbe portare «qualche miliardo» nelle casse dello Stato. «È una norma di equità sociale», ha aggiunto. La tassa andrà a sostenere le famiglie in difficoltà con il mutuo prima casa e ad alimentare il fondo taglia tasse.


In attesa della riduzione dell’Irpef promessa con la delega fiscale. Con la nuova norma nel mirino del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti finisce nel mirino il margine di interesse. Il Sole 24 Ore spiega oggi che l’imposta del 40% sarà in due blocchi. La prima parte sarà calcolata sulla differenza tra interessi passivi e attivi tra l’esercizio 2021 e 2022, con una franchigia del 3%. L’altra si calcola sull’eccedenza del 6% maturata tra 2021 e 2023. L’imposta non potrà superare il 25% del patrimonio netto alla data di chiusura dell’esercizio 2022. Il contributo andrà versato entro il 30 giugno 2024. Ovvero sei mesi dopo la chiusura dell’esercizio 2023. L’imposta non sarà deducibile da quelle sui redditi e dall’Irap.


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