Sono «distrutti dal dolore» i figli di Luca Ruffino, il presidente di Visibilia Editore che sabato 5 agosto si è ucciso con un colpo di pistola. Un gesto al quale non riescono a «dare alcun senso», hanno scritto Mattia e Mirko Ruffino in una nota. Quello che chiedono, però, è «rispetto per lui e per il dolore di chi gli ha voluto bene». Nessuna certezza, dunque, sui motivi che hanno portato l’ex presidente del gruppo legato a Santanchè a compiere il gesto, ma è certo che il corpo è stato trovato nella sua residenza a Milano proprio da uno dei figli, allertato dalla compagna di Ruffino che, al telefono, l’aveva sentito particolarmente abbattuto. Nella giornata di ieri, 7 agosto, gli investigatori hanno inoltre fatto sapere che Ruffino non aveva problemi di salute tali da giustificarne il suicidio. «Nostro padre era un combattente e aveva costruito una solida realtà imprenditoriale. Confidiamo quindi nell’attività della Procura – continuano i figli – e nella possibilità che da questa possano trarsi utili elementi di comprensione». L’imprenditore, prima di togliersi la vita, ha inoltre lasciato sei biglietti d’addio riservati ad amici e familiari.
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