Le opposizioni sono state invitate a Palazzo Chigi per un confronto con Giorgia Meloni e altri membri dell’esecutivo. La convocazione è arrivata ieri, martedì 8 agosto: l’appuntamento è fissato per il prossimo venerdì e, all’ordine del giorno, c’è il salario minimo. Tutti i partiti di centrosinistra, chi con scettecismo chi con entusiasmo, hanno risposto “sì” all’appello. Tutti tranne Italia Viva che, essendo l’unico soggetto dell’opposizione a non aver siglato la proposta di legge sul salario minimo, si è tirata fuori. Tuttavia, non è passato nemmeno un giorno dalla chiamata a Palazzo Chigi che quell’incontro rischia già di saltare. Meloni non avrebbe alcuna intenzione di discutere della loro proposta, ma di affrontare il tema in maniera più estensiva. Come l’hanno saputo le opposizioni? È stata lei stessa a dichiararlo, sui canali social, nella sua abituale rubrica Gli appunti di Giorgia. «Perché non abbiamo accolto la proposta sul salario minimo così come viene presentata? Se stabilissi per legge una cifra minima oraria di retribuzione per tutti, allora il salario minimo potrebbe rischiare di essere più basso del minimo contrattuale previsto. Il paradosso è che rischierebbe di diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo peggiorando molto di più i salari rispetto a chi li migliora. Il titolo è accattivante, ma il risultato rischia di essere controproducente», ha sentenziato la presidente del Consiglio.
Magi, Bonelli e Fratoianni protestano
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, è il primo a domandarsi «che senso abbia l’incontro di venerdì con le opposizioni a Palazzo Chigi», constatata la «rigidità delle posizioni di Meloni sul salario minimo». E ha chiarito: «Se c’è la volontà di aprire alla nostra proposta bene, altrimenti non regaleremo a questo governo una passerella per poter dire “guarda quanto siamo bravi”. Se c’è una reale volontà di dialogo, ben venga l’incontro di venerdì. Altrimenti se dovesse esserci solo un muro contro muro, meglio rivedersi in Parlamento e vedere chi vuole il salario minimo e chi no». A stretto giro, anche i leader di Alleanza verdi sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, hanno pubblicato una replica alla presidente di Fratelli d’Italia: «Il video di Meloni sembra una provocazione. Continuare a sostenere che il salario minimo porterà verso il basso anche gli altri contratti di lavoro significa dire il falso. Oppure dimostra che la presidente del Consiglio non ha letto la nostra proposta, che invece sostiene e rafforza la contrattazione collettiva». I due, a questo punto, hanno riproposto la stessa domanda di Magi: «Se Meloni ha convocato in pompa magna le opposizioni per ribadire il suo “no” alla legge sul salario minimo allora la domanda sorge spontanea. Cosa ci ha convocato a fare? Se lo scopo della convocazione è solo quello di organizzare una passerella del governo in difficoltà su questo tema, ce lo facciano sapere. Perché di perdere tempo non ha voglia nessuno. E il Parlamento è la sede in cui confrontarsi e decidere».
Leggi anche: