Ucciso di botte dentro l’ascensore a Mestre, fermati due cugini: «Era un ladro»

Radu e Marin Rasu, di 32 e 35 anni, sono stati arrestati in flagranza per omicidio volontario

È un giallo l’omicidio del 32enne Lorenzo Nardelli, ucciso di botte dentro un ascensore di un condominio di Mestre. I presunti autori del delitto, due cugini moldavi, sono stati arrestati in flagranza per omicidio volontario. «Era un ladro, ce lo siamo trovato in casa», si sono difesi davanti al pm Stefano Buccini, i due arrestati – Radu e Marin Rasu, di 32 e 35 anni – trovati nell’ascensore assieme al cadavere della vittima. Un assassinio, avvenuto nella notte di mercoledì 9 agosto, sul quale stanno ancora lavorando polizia e magistrati. Che stanno verificando il racconto degli arrestati giudicato lacunoso. Gli arrestati hanno sostenuto di essersi difesi da tre malviventi.


La fuga mancata

Due di loro sarebbero riusciti a fuggire, uno invece ha tentato di scappare prendendo l’ascensore dove è stato bloccato e ucciso. La loro tesi dovrà passare al vaglio degli indizi e delle testimonianze dei condomini del palazzo. Sono stati loro che – svegliati da urla e rumore – hanno chiamato la polizia. Gli inquirenti non escono la possibilità che i tre si conoscessero. E quindi la colluttazione finita in omicidio nasconderebbe una storia diversa da quella del furto. L’appartamento dove è avvenuta la tragedia, in via Rampa Cavalcavia, è diventata negli anni un’area di degrado, per spaccio e piccola criminalità, oggetto di retate settimanali delle forze dell’ordine, l’ultima qualche giorno fa. 


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