Meteo, cosa aspettarsi a settembre: il rischio «medicane» e il ritorno dell’anticiclone africano

Il caldo portato da El Niño potrebbe tenere le temperature su valori elevati anche il prossimo mese, con il rischio di uragani mediterranei in autunno

L’autunno potrebbe portare fenomeni meteorologici estremi simili a quelli visti a luglio sul Nord Italia, che però potrebbero estendersi a tutta la penisola. A lanciare l’allarme sono i meteorologi che evidenziano come le alte temperature del Mediterraneo, che nell’estate 2023 è più caldo che mai, costituiscano una fonte di energia che potrebbe scaricarsi in forti temporali e vento con il rischio della formazione di uragani mediterranei, i medicane. A peggiorare la situazione, ora c’è El Niño fenomeno termico che comporta il surriscaldamento degli oceani di tutto il mondo e che normalmente dura da due a sei anni. Nello specifico, il rischio era già stato individuato dopo la rovente estate dello scorso anno, mentre nel 2021 un medicane si era abbattuto sulle coste della Sicilia, nonostante a dominare la temperatura degli oceani fosse la Niña, che ha l’effetto opposto del suo “fratello”.


Gli effetti di El Niño

Secondo le previsioni del meteorologo di Il Meteo.it Mattia Gussoni, settembre 2023 potrebbe essere un mese particolarmente caldo a causa del surriscaldamento degli oceani. Non sono escluse puntate dell’anticiclone africano sull’Italia che contribuiranno a mantenere alte le temperature del Mare Nostrum. Il problema non è la temperatura in sé e per sé, ma la forte differenza che si avrà quando sul bacino arriveranno delle perturbazioni fredde. «Stiamo parlando di un’anomalia di circa 4/5°C oltre le medie di riferimento. Tutto ciò si traduce in una maggior energia potenziale in gioco, ovvero quel carburante necessario per lo sviluppo di fenomeni estremi anche per i prossimi mesi autunnali», spiega l’esperto. «Anche se spesso hanno breve durata, i Medicane – la cui frequenza aumenta sempre di più – possono portare forti piogge e forti raffiche di vento fino a oltre i 120 km/h», precisa Gussoni, la cui previsione è simile a quella del ricercatore e Fisico del clima al Consiglio Nazionale delle Ricerche.


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