Kataleya scomparsa a Firenze, i sospetti sul Perù e l’intercettazione: «Sta bene, l’hanno rapita per errore»

Gli inquirenti pensano a un possibile trasferimento della bambina in Sudamerica

Per risolvere il mistero attorno alla scomparsa di Kata, la bambina scomparsa a Firenze dal 10 giugno, gli inquirenti non stanno passando al vaglio solo la pista del ricatto ai familiari per il loro ruolo all’ex hotel Astor, che lo scorso 28 maggio fu teatro di un raid punitivo nei confronti di alcuni occupanti. L’altra ipotesi al vaglio, tenuta in massima considerazione secondo quanto scrive Repubblica, è quella di un possibile trasferimento della bambina in Sudamerica. La pista è legata a una telefonata, avvenuta pochi giorni dopo la sparizione, tra il nonno e il padre della piccola. Il cuore della chiamata, partita da un carcere dove il nonno di Kata è detenuto, è il seguente (secondo quanto scrive Repubblica): «È già qui in Perù, ci penso io. Sta bene, l’hanno rapita per errore». Della telefonata, di cui lo stesso padre di Kata aveva fatto menzione davanti ai militari negli scorsi giorni, ci sarebbe anche una registrazione. Adesso sono stati avviati contatti con le forze di polizia peruviane, nella speranza di rintracciare anche il più piccolo segno di passaggio della bambina.


I dubbi

A oltre due mesi dalla scomparsa, quella del Sudamerica sembra essere l’ipotesi più ottimista. Ma contiene alcuni elementi di debolezza: a cominciare dal lungo e difficile trasferimento, difficilmente organizzabile nel pieno delle ricerche immediatamente scattate. Per finire con il presunto silenzio seguito alla comunicazione citata. L’attenzione dei carabinieri del nucleo investigativo e del Ros si sta pertanto spostando anche sugli altri familiari della bambina, o su persone a loro vicine, per chiarire se siano esistiti altri contatti dello stesso tenore. Sono già stati sequestrati i cellulari al padre, alla madre e ad altri cinque familiari della piccola, su mandato della pm della Dda Christine Von Borries e del pm Giuseppe Ledda. Perquisiti anche lo zio materno e il boss Carlos, già in manette per il tentato omicidio di un ecuadoregno (avvenuto all’ex Astor lo scorso 28 maggio). Nessuno di loro, tuttavia, risulta al momento indagato per la scomparsa. Ma le memorie dei telefoni sequestrati continuano a essere passate al vaglio con attenzione, alla ricerca di qualsiasi dettaglio che possa condurre a Kataleya.


Leggi anche: