Kataleya scomparsa a Firenze, i sospetti sui genitori e la paura dell’omicidio

Chi l’ha rapita ha organizzato tutto nei minimi dettagli. L’ipotesi della vendetta. Il sequestro dei telefoni

Gli inquirenti che indagano a Firenze sulla scomparsa di Kataleya Alvarez pensano che chi l’ha rapita abbia organizzato tutto nei minimi dettagli. Premeditando il piano per evitare di essere scoperto. Ma gli investigatori pensano anche che i genitori della bambina nascondano qualcosa. Perché hanno effettuato “indagini parallele” rispetto a quelle della procura. E perché Miguel Angel Chicclo Romero, il padre, ha preso contatti con le comunità peruviane e romene appena uscito dal carcere. Arrivando a un blitz in un campo rom della periferia per cercarla. Intanto secondo alcuni testimoni la madre Kathrina Alvarez era nel gruppo del raid contro gli occupanti che non volevano pagare. Per la rissa è stato arrestato lo zio Argenis. Che era deputato alla custodia della bambina il giorno della scomparsa.


Un piano perfetto

Gli investigatori temono anche che la bambina sia stata uccisa nel frattempo. Durante le indagini hanno trovato un buco nella recinzione che divide l’ex hotel Astor nell’area dei box condominiali di via Monteverdi. Quel varco è stato ricavato rompendo la rete e il traliccio di plastica. E dallo spazio una bambina ci può passare. Chi ha sequestrato Kataleya, spiega oggi Il Messaggero, potrebbe averla chiusa in un borsone per poi scavalcare il muretto. Per poi darsi alla fuga su quella via, dove non ci sono telecamere. Poi potrebbe essersi disfatto del corpo gettandolo per esempio nell’Arno. Oppure potrebbe averla portata all’estero. Per far perdere le sue tracce e per lucrarci. Rivendendola ai trafficanti di esseri umani. Per questo ora sulla scomparsa indagano anche l’Interpol e l’Europol. Secondo gli inquirenti il sequestro è legato alla faida interna all’Astor.


Il sequestro dei telefoni

I cellulari sequestrati ai genitori invece servono a capire se loro sanno qualcosa che non hanno detto agli inquirenti. Le immagini riprese da una telecamera pubblica in strada mostrano quando la sera del 28 maggio un ecuadoregno precipitò dall’ex hotel Astor di Firenze, quello da dove è sparita lo scorso 9 giugno la piccola Kata, cercando di sfuggire a un gruppo di peruviani che lo voleva aggredire per obbligarlo a lasciare la stanza che occupava. L’uomo è aggrappato alcuni istanti al cornicione di una finestra al secondo piano, poi cede la presa e precipita sul marciapiede di via Maragliano. Il video fa parte delle indagini sul racket degli affitti delle camere nell’hotel occupato abusivamente che hanno portato ieri all’arresto di 4 persone, tra cui lo zio della piccola.

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