Taranto, la mamma del piccolo Lorenzo lasciato davanti a un cassonetto: «Rischiavo di perdere il lavoro»

Ha spiegato che ha agito in preda a «un momento di sbandamento e di disorientamento»

La madre di Lorenzo, il neonato abbandonato vicino a un cassonetto a Taranto, è di cittadinanza georgiana e ha 24 anni. Ora ha sette giorni di tempo per decidere se riconoscere il bambino. Lei lo ha vegliato prima dell’addio. Dice che era stata assunta da poco come badante. E che aveva paura di perdere il lavoro. La ragazza ha un altro figlio di quattro anni che si trova in Georgia. Attualmente è ricoverata nel reparto di Ginecologia del Santissima Annunziata di Taranto. Lì è stata interrogata. Le sue condizioni di salute, spiega l’edizione barese di Repubblica, sono buone. È assistita dall’avvocato Francesco Zinzi. La ragazza avrebbe un compagno da cui è separata. E, appunto, un altro figlio di 4 anni che vive in Georgia. Sarebbe arrivata in Italia a marzo, già al quarto mese di gravidanza. Ma non c’è certezza che l’ex compagno sia anche il padre del neonato.


Il viaggio in Italia

In Italia è arrivata prima andando in autobus fino a Istanbul, poi in aereo a Budapest prima di Bari e poi Taranto. Dove lavorava come badante e viveva nell’appartamento della datrice di lavoro. Nessuno intorno a lei si sarebbe accorto della gravidanza in corso. E verosimilmente ha nascosto il suo stato a tutti. Non era a conoscenza delle legge italiane che offrono la possibilità di partorire in anonimato. Il neonato aveva ancora il cordone ombelicale attaccato quando è stato trovato. Lorenzo, così lo hanno chiamato medici e infermieri dell’ unità di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Santissima Annunziata dove è ricoverato, pesa circa 3 chili. La madre non ha effettuato alcuna visita di controllo durante la gravidanza. Ma lui sta bene ed è nato nei termini. Il sindaco Rinaldo Melucci ha attivato una raccolta fondi. L’iban per le donazioni è IT 98 X 05385 41330 T20991870311, la causale è «donazione per il piccolo Lorenzo».


Cosa rischia

La donna è comunque indagata per abbandono di minore. Nel caso in cui dovesse esserle contestata l’accusa più grave di tentato omicidio del piccolo, rischia l’arresto. Ha spiegato che ha agito in preda a «un momento di sbandamento e di disorientamento, provocato dalla paura di perdere il lavoro come badante a Taranto». La giovanissima, a quanto si apprende, starebbe anche pensando di riconoscere il figlio, a cui i medici hanno dato il nome di Lorenzo. Ha trovato lavoro come badante tramite una cooperativa.

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