I 4 ragazzi in sandali salvati a 2mila metri, la strigliata del Soccorso alpino e la rabbia per le spese: «Fateli pagare»

Il salvataggio è costato circa 10mila euro, cifre che in tanti chiedono di addebitare agli escursionisti imprudenti

Sono arrivati a quota 2.000 metri indossando dei sandali di gomma, non idonei per le camminate in montagna e sono rimasti bloccati, impossibilitati a proseguire il percorso, ma anche a tornare indietro. E così hanno chiesto l’intervento del soccorso alpino per portarli in salvo. Un intervento in elisoccorso che è però costato assai caro, circa 10.000 euro (di soldi pubblici, ndr), e che ha scatenato le polemiche. I protagonisti della vicenda sono 4 giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni che nel giorno di Ferragosto son partiti dal rifugio Pussa, in Val Settimana, con l’idea di fare un percorso ad anello, ma una volta giunti a quota 2.000 metri, sono rimasti bloccati a causa di una frana. Le calzature che indossavano non erano d’aiuto, perché i giovani continuavano a scivolare sui sassi. Da qui, la decisione di chiedere aiuto. Sul posto è intervenuto l’elisoccorso, e grazie al personale sanitario e dei tecnici alpini, i quattro escursionisti e il loro cane sono stati portati in salvo. L’intervento è stato effettuato con un «elicottero Airbus Helicopters H145: considerato che il costo di utilizzo oltrepassa i 100 euro al minuto, il solo intervento ha comportato un esborso di quasi 10mila euro di soldi pubblici», osserva il Corriere della Sera. E sono in molti, sui social, a criticare il comportamento dei quattro giovani: «Ma come si fa ad andare in montagna con i sandali di gomma?», «Dovevate pagare voi, incoscienti», «Se volete mettere le infradito e andate al mare, non in montagna».


Le critiche del Soccorso alpino

Quanto accaduto è stato raccontato sui social dallo stesso soccorso alpino, che oltre a dare notizia del salvataggio ha lanciato anche un duro monito: «Nella giornata di ieri, e negli scorsi giorni, si sono susseguiti decine e decine di interventi del Soccorso Alpino per incidenti, in molti casi, purtroppo, mortali: 10 persone hanno perso la vita in alta montagna nell’ultima settimana. Altri interventi ci hanno visti protagonisti per recuperare escursionisti in ciabatte da mare o per recuperare gruppi che, in poche ore, si sono persi tre volte sullo stesso sentiero». E nel post su Instagram si legge ancora: «Al Soccorso Alpino spetta il compito di soccorrere chi è in difficoltà, chiunque esso sia e ovunque si trovi. Non spetta a noi giudicare i comportamenti delle singole persone, fatto salvo casi eccezionali. Tutti noi siamo amanti della montagna e delle attività in quota, sempre consapevoli che il rischio 0 in montagna – come in tanti altri ambienti ove si pratica sport – non esiste». E qui il Soccorso alpino lancia un appello a chiunque intenda esplorare le montagne: «Da parte nostra, però, l’invito ad approcciarsi con estrema prudenza all’ambiente montano, in particolare quando non lo si conosce o non si ha sufficiente esperienza. Equipaggiamento adeguato, preparazione tecnica, competenza e un’approfondita pianificazione delle escursioni sono elementi imprescindibili per vivere al meglio la montagna (anche a quote basse!). A tutte e a tutti, un buon proseguimento della settimana di Ferragosto da parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico».


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