Forza Nuova vuole portare il Generale Vannacci in Parlamento: «Si candidi con noi per il Senato a Monza»

Per il segretario dell’organizzazione neofascista Roberto Fiore «gli italiani vogliono una Rivoluzione italiana»

C’è uno scranno del Senato nel futuro di Roberto Vannacci? È lo scenario che potrebbe prefigurarsi, dopo l’annuncio dato oggi da Forza Nuova. L’organizzazione neofascista ha proposto al generale, finito nella bufera per le frasi contro gay, migranti e femministe contenute nel suo libro autoprodotto Il Mondo al contrario, la candidatura alle elezioni suppletive di Monza per il seggio rimasto vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. Lo ha annunciato FN in una nota in cui si sostiene che il segretario Roberto Fiore «è l’unico uomo politico ad aver preso le difese del generale Vannacci per il suo libro e le sue parole». Per questo motivo, «nella speranza che sia contro la guerra e contro la follia vaccinale – dice Fiore -, chiedo a Roberto Vannacci di presentarsi, per Forza Nuova, alle elezioni suppletive di Monza. Un atto di coraggio che lombardi ed italiani apprezzerebbero. Gli italiani vogliono una Rivoluzione Italiana», ha concluso Fiore. Le suppletive per il Senato a Monza sono in programma per il 22 e 23 ottobre prossimi.


Nel frattempo, sulla vicenda è intervenuto ancora il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha precisato (ulteriormente) la sua posizione: «Ho chiesto l’avvio, come da prassi, della verifica dei fatti. Il Generale Vannacci potrà, nelle sedi opportune, esprimere le sue ragioni. Solo alla fine delle opportune verifiche interne, che verranno condotte con serietà e scrupolo, e non sull’onda emotiva del momento e delle polemiche di questi giorni, ove venissero ravvisate delle serie e valide contestazioni, ai sensi del Codice dell’Ordinamento militare, verranno avviati i procedimenti disciplinari previsti in ordinamento», ha detto Crosetto. E poi ancora: «Quindi, come si vede, nessuna “punizione” preventiva e nessun desiderio di “giustizialismo”, da parte del Dicastero o del Ministro, ma, come sempre – prosegue – il rispetto delle regole che comporta anche il rispetto delle garanzie per tutti i militari verso cui sono stati avviati accertamenti disciplinare», conclude.


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