L’amarezza di Alessandro Meluzzi: «Giorgia non dice più certe cose. Magari le pensa ma si è adeguata ai poteri forti»

L’ex parlamentare e psichiatra in una intervista al Fatto Quotidiano

Ex deputato e senatore, ex massone, psichiatra, criminologo, e anche coautore con Giorgia Meloni del libro Mafia Nigeriana, Alessandro Meluzzi oggi spiega che la numero uno di Palazzo Chigi si è dovuta adeguare. «Giorgia Meloni deve fare il presidente del Consiglio, sebbene di una colonia… (lui sostiene che l’Italia sia una colonia angloamericana dal settembre 1943, ndr). Io certo non lo farei, non ne avrei la statura politica e diplomatica. Se Meloni non si fosse adeguata ai poteri forti internazionali, sarebbe durata quanto un gatto in autostrada», spiega a il Fatto Quotidiano.


«Vannacci? Ha fatto un manualetto di cose largamente condivisibili»

«Ha scelto di partecipare all’Aspen Institute e di stare, come Crosetto, nel club di Rockefeller, di quelli che decidono le sorti del mondo in cui viviamo, spiega Meluzzi. Ma è naturale, ripeto: fa la premier in Italia. L’avesse fatto in Lesotho o in Niger avrebbe avuto margini di manovra diversi». E ancora: «Si chiama realpolitik: Meloni ha capito quello che si deve fare per governare a lungo la colonia italiana». Sul caso Vannacci spiega: «Ha fatto un manualetto dove sostiene cose molto semplici e largamente condivisibili. Vale anche per lui quello che scrive G. K. Chesterton, grande intellettuale cattolico: “Verrà un tempo nel quale, per dire che le foglie sono verdi in primavera e le pietre sono grigie, bisognerà brandire la spada”».
E sulla condanna del ministro della Difesa sottolinea che «sono solo manovre preelettorali. Crosetto in questo momento è il prolungamento di Mattarella, in un certo senso: è il garante dei rapporti internazionali dell’Italia. Lo conosco da quarant’anni, da quando faceva il sindaco di Marene (Cuneo), lo chiamo Cruset. È sempre stato un democristiano».


Leggi anche: