Pianosa, il resort dove i magistrati fanno le vacanze con soli 7 euro al giorno

Ne parla il Giornale. Per averlo basta un solo agente a seguito

Isola di Pianosa, dieci chilometri quadrati di terra in mezzo al Tirreno, panorama splendido e sdraio davanti al mare cristallino. Riserva integrale, ex carcere, di notte popolata solo di falchi, secondini, carabinieri, detenuti semiliberi. E di magistrati. Già, perché Il Giornale svela oggi il posto da favola preferito dalle toghe, con vacanze praticamente a costo zero. Basta esser un obiettivo a rischio, spiega. E tra le toghe sono tanti i papabili. Ogni anno – spiega la testata – quando parte il bando per l’assegnazione, il numero dei pretendenti supera ampiamente i pochi posti disponibili. E tra gli esclusi ogni volta partono il mugugno e le dicerie. A tirare le fila di tutto – spiegano – è il Dap, Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, la direzione delle carceri. Anche dopo la chiusura del supercarcere, è il Dap a regnare su Pianosa, distaccamento del carcere di Porto Azzurro, all’Elba. Ad assegnare i soggiorni a Pianosa è l’Eap, l’Ente assistenziale della polizia penitenziaria. «Dovete parlare con il dottor Catalano», dicono all’Eap. Ma chi ha diritto ad andare a Pianosa? «I dipendenti del Dap e alcuni altri». Chi? Anche i magistrati? «Sì, se ci sono motivi di sicurezza». Cioè? «Devono avere almeno la tutela». Ovvero, spiega il Giornale, anche un solo agente a seguito. Una dotazione molto comune tra le toghe. Nel suo viaggio al Pianosa Resort il Giornale scopre anche quanto costano le case abitate dai celebri ospiti. Poco. «Sette euro al giorno». Quattro letti, bagno, cucina. Gli ospiti, a detta del Giornale d’oro, rimangono quando tutti se ne vanno via. Cenano alla luce delle stelle da «Brunello», il ristorante dove lavorano in regime di semilibertà da Porto Azzurro. E chissà, chiude il pezzo a firma di Luca Fazzo, se un ergastolano ha mai servito il giudice che lo ha fatto condannare.


(in copertina foto FRANCO SILVI-ARCHIVIO / ANSA / PAL)


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