Florida, il killer 21enne voleva fare strage all’università degli afroamericani. L’ultima chiamata ai genitori col «verbo» razzista – Il video

Il ragazzo, che si è tolto la vita prima dell’irruzione della polizia, era già stato segnalato nel 2016 per violenza domestica

Si chiama Ryan Christopher Palmer l’autore della sparatoria avvenuta ieri, 26 agosto, in un negozio di Jacksonville, Florida, in cui hanno perso la vita tre persone. Una nuova pagina di ordinaria violenza negli Usa, l’ennesima, che avrebbe avuto come principale movente l’odio nei confronti degli afroamericani. Il vero obiettivo di Palmer, è presto emerso infatti, era fare strage nel campus della Edward Waters University, una piccola università afroamericana storicamente frequentata dalla comunità nera a poca distanza dal negozio poi preso di mira. La sparatoria è avvenuta nel giorno del quinto anniversario di un’altra strage in città e nello stesso giorno in cui migliaia di persone avevano sfilato in corteo a Washington per celebrare i 60 anni dal celebre discorso «I have a dream» di Martin Luther King. Le vittime della sparatoria sono due uomini e una donna, tutti afroamericani. «Dobbiamo dire chiaramente e con forza che non c’è posto in America per il suprematismo bianco», ha commentato il presidente Joe Biden. «Dobbiamo rifiutarci – ha aggiunto – di vivere in un paese in cui le famiglie di afroamericani che vanno a fare la spesa o gli studenti afroamericani che vanno a scuola vivano nella paura di essere uccisi a causa del colore della loro pelle. L’odio non deve avere un porto sicuro. Il silenzio è complicità e non dobbiamo restare in silenzio».


Il manifesto razzista e il precedente per violenza domestica

Prima di entrare nel negozio, Palmer – un ragazzo bianco di 21 anni – aveva chiamato i genitori, chiedendo loro di diffondere il suo manifesto razzista in cui dichiarava di «odiare i neg** e di volerli uccidere». Dopo la sparatoria, Palmer si è barricato dentro il negozio e si è tolto la vita prima dell’irruzione della polizia. In un video, diffuso dal dipartimento di Jacksonville, si vede il 21enne entrare nel negozio con un giubbotto antiproiettili, un fucile d’assalto, una pistola con una svastica incisa, un cappellino e una mascherina sul volto. Il giovane, fa sapere la polizia, era già stato segnalato nel 2016 per violenza domestica, mentre l’anno successivo è stato ricoverato in una clinica psichiatrica. Le due armi usate dal 21 enne per compiere la strage – un fucile d’assalto e una pistola – sono state acquistate «legalmente» da Palmer. Anche se, ha sottolineato la polizia di Jacksonville, «non c’erano segnali» che il giovane suprematista potesse compiere una strage. A intervenire sull’accaduto è anche la Edward Waters University. Attraverso una nota, l’ateneo ha fatto sapere che ieri Palmer si era avvicinato alla biblioteca del campus poco prima della sparatoria. Quando è stato fermato da un poliziotto, il 21enne si è rifiutato di fornire un documento d’identità ed è stato allontanato dall’università.


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