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Morte di Prigozhin, l’ipotesi sui lavori al condizionatore del jet: i sospetti sulla bomba piazzata da tre tecnici

28 Agosto 2023 - 19:21 Redazione
L'ipotesi è stata resa nota dal "Moskovsky Komsomolets" che riporta anche i nomi di chi ha partecipato ai lavori di manutenzione dell'Embraer del capo di Wagner

Attorno alla morte di Yevgeny Prigozhin si addensano le congetture: sono ancora molti i punti oscuri sulla dinamica dell’incidente aereo in cui sono rimaste vittime altre nove persone lo scorso 23 agosto, ma sembra che le indagini inizino a delineare una pista. Che ruota attorno al sistema dell’aria condizionata del jet a bordo del quale viaggiava il fondatore del gruppo Wagner. Secondo quanto riportato dal Moskovsky Komsomolets, infatti, il condizionatore avrebbe avuto un guasto lo scorso 18 luglio: imprevisto che avrebbe richiesto la costruzione di un nuovo sistema scrive il Corriere della Sera, oltre allo stop del velivolo nello scalo di Sheremtyevo, a Mosca. L’operazione si sarebbe conclusa lo scorso 20 agosto: un lasso di tempo non indifferente, che avrebbe potuto fornire agli attentatori l’opportunità di piazzare l’ordigno nella componente. Secondo il giornale russo, durante le riparazioni hanno avuto accesso all’Embraer tre persone: «due ingegneri, Sergey Kitrish e Alexey Anshukov, e il direttore tecnico Minchenkov. L’installazione del turbocooler è iniziata la mattina del 19 agosto e si è conclusa la sera del 20 agosto».

Le anomalie

Proprio il 20 agosto, il «cuoco di Putin» avrebbe dovuto viaggiare da Mosca a San Pietroburgo. Ma, come spesso faceva, aveva cambiato i programmi all’ultimo, e il jet era alla fine decollato con un posticipo di tre giorni. E con quattro passeggeri in più rispetto ai tre inizialmente calcolati. L’aereo era un Embraer Legacy. Due possibili acquirenti lo avevano visitato poco prima della partenza: Alexandra Yulina e Sergey Klokotov, dirigenti della compagnia RusJet, che dopo aver inoltrato copia dei loro passaporti erano riusciti ad accedere al mezzo, dalle 9.30 alle 10.30 del 23 agosto. Era presente anche il pilota Rustam Karimov. L’appuntamento, riporta ancora il Corriere, era stato gestito dalla responsabile Natalia Minibayeva, al fianco di Prigozhin da otto anni. Ma per quanto la visita possa sembrare insolita, la coppia non avrebbe avuto atteggiamenti sospetti, e sul loro conto non sarebbe emerso nulla di allarmante. Dalle 10.30 alle 17.40 (orario di decollo del jet, con undici minuti di ritardo) non si hanno però notizie su eventuali ulteriori «visitatori» del mezzo. Il cui destino potrebbe essere connesso al piazzamento di una bomba. Sebbene non è possibile escludere che queste anticipazioni siano funzionali a una eventuale ricostruzione di Mosca sui «responsabili» dell’accaduto.

Le altre ipotesi

Per il momento, la tesi più accreditata sulla dinamica dell’incidente rimane quella del sabotaggio. Si ipotizzava, nei giorni passati, che una bomba potesse essere fatta salire a bordo nascosta nella cambusa. Ma non si esclude nemmeno che fosse sotto un sedile vicino all’ala. Ci sono poi diverse figure su cui aleggiano i sospetti: a cominciare da Sergey Kitrash, ingegnere della Mnt Aero, società proprietaria del velivolo. L’uomo sarebbe stato presente in tutte le occasioni in cui il velivolo è stato riparato. Attenzionato anche il responsabile della sicurezza del velivolo e vicedirettore dell’Anm, Sergei Shtyrkov, a cui sarebbe stato promesso un ruolo più alto nella compagnia di aviazione statale russa Atm. E poi, l’ipotesi più gettonata, quella che individua il mandante dell’attentato nel Cremlino: ad alimentarla c’è quanto raccontato dal quotidiano in lingua russa Meduza, in merito a un incontro di tre ore in cui il presidente russo Vladimir Putin avrebbe inveito contro il capo dei mercenari, e che avrebbe avuto luogo subito dopo il tentativo di assaltare Mosca.

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