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Cocaina in curva spacciata dagli ultras, il blitz a Verona: così entravano le dosi nello stadio Bentegodi

30 Agosto 2023 - 13:32 Redazione
Proseguono gli accertamenti sulle numerose persone potenzialmente coinvolte e riprese dalle telecamere mentre fanno uso di droga nello stadio

Due in carcere, tre agli arresti domiciliari e sette con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. È questo il bilancio dell’operazione svolta a Verona che ha beccato un giro di spaccio di cocaina all’interno dello stadio Bentegodi. Sono in tutto 12 gli ultras coinvolti e hanno tra i 20 e i 50 anni. Nelle prime ore di questa mattina, 30 agosto, sono state effettuate 14 perquisizioni, con le indagini che coinvolgono anche un bar davanti allo stadio, considerato dagli inquirenti uno dei luoghi in cui si organizzava lo spaccio e ritrovo abituale dei tifosi in occasione delle partite in casa dell’Hellas Verona. In tutto sono stati sequestrati 110 grammi di cocaina, 2,7 chilogrammi di hashish e 200 di marijuana, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento. Le indagini sono state avviate dopo l’arresto in flagranza di uno spacciatore che insieme alla compagna stava spacciando della cocaina a numerosi ultras dell’Hellas Verona, anche all’interno del settore “Curva Sud” dello stadio e nell’omonimo bar, la cui licenza è stata sospesa per 30 giorni.

Come avveniva lo spaccio

All’interno dei servizi igienici della Curva Sud dello stadio è stato scovato un vero e proprio “bazar della
droga” che avrebbe coinvolto centinaia di ultras, tra cui alcuni appartenenti a frange oltranziste di gruppi organizzati. Lo spaccia partiva fin dall’apertura dei cancelli della struttura calcistica e continuava per tutta la durata della partita. Centinaia le cessioni di droga che sono state effettuate, tutte documentate nell’inchiesta. Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, i pusher preparavano le strisce di droga sugli schermi dei loro cellulari e li mettevano all’interno dei bagni. Per schivare i controlli agli ingressi della Curva Sud la droga veniva così nascosta nei vestiti intimi o nelle scarpe.

L’operazione

«Un’operazione di grande rilievo che ripropone il rischio di curve protese all’appropriazione del territorio e all’esclusione del controllo dello Stato. Ultrà non è sinonimo di illegalità ed è necessario stimolare la sensibilità dei club nel lavoro con i tifosi anche rispettando spazi di colore e passione», ha commentato il questore Roberto Massucci in conferenza stampa. Intanto, proseguono gli accertamenti sulle numerose persone potenzialmente coinvolte e riprese dalle telecamere mentre fanno uso di droga nello stadio. Le persone identificate al momento sono oltre un’ottantina. Di questi, alcuni si erano già macchiati di episodi violenti durante manifestazioni sportive. «La sistematica cessione ed il contestuale ingente consumo di cocaina all’interno della Curva Sud affollata di tifosi mette in evidenza l’alto rischio di scatenare episodi di aggressività e violenza, mettendo in concreto pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno dello stadio», spiega il questore.

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