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Lombardia, la ricercatrice che diffida FdI: «Il mio studio è stato strumentalizzato per chiedere di abolire le carriere alias. Ma io le sostengo»

Il partito aveva citato un report della studiosa Jiska Ristori per bloccare la sostituzione delle generalità a scuola. Il 12 settembre la mozione nell'Aula regionale

«Mi dissocio dalla mozione presentata e vi diffido dall’utilizzare i miei scritti in maniera strumentale». Firmato Jiska Ristori, la ricercatrice dello studio scritto con il collega Thomas Steensma e citato dalla mozione di FdI che è stata presentata al Consiglio regionale lombardo a luglio. La proposta è quella di bloccare la carriera alias, ovvero il percorso di sostituzione del nome anagrafico con quello d’elezione nel registro elettronico e in tutta la burocrazia scolastica della Lombardia. A oggi, in Lombardia sono più di 30 le scuole che permettono agli studenti che non si identificano con il proprio genere di nascita di modificare le proprie generalità. Dopo un primo tentativo a luglio, la discussione della mozione è stata rinviata in Consiglio regionale al prossimo 12 settembre. A tornare sul tema è stata proprio la Ristori che, in una lettera inviata al presidente del Consiglio Federico Romani, ha accusato Fratelli d’Italia di aver usato fuori contesto il suo report “Gender Dysphoria in Childhood” del 2016. Inoltre, la studiosa ha voluto precisare che il suo studio in nessun passaggio fa riferimento alla carriera alias e che, anzi, proprio i dati della ricerca sottolineano che la costruzione della propria identità di genere è già consolidata nell’adolescenza. Nessun rischio di “confusione”, come sostenuto dalla mozione, per gli studenti minorenni che richiedono di accedere alla carriera alias. Non finisce qui, proprio per confermare il suo sostegno alla pratica di sostituzione del nome, la dott.ssa Jiska Ristori ha voluto precisare che: «gli studi dimostrano che la carriera alias è un importante strumento di supporto al buon funzionamento psicologico di giovani persone transgender». L’11 settembre le associazioni, tra cui Acet (associazione per la cultura e l’etica transgenere), hanno annunciato un sit-in che inizierà alle 18:00 di fronte al palazzo della Regione in piazza Città di Lombardia.

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