Famiglia travolta in vacanza, la versione di Angelica Hutter: guasto tecnico ai freni. I sopravvissuti: «Fuggita e mai pentita»

La rabbia dei famigliari delle vittime che commentano anche il presunto pentimento della 33enne tedesca: «Troppo facile provare rimorso adesso»

Un problema tecnico ai freni all’auto avrebbe portato Angelika Hutter a correre per le strade di Santo Stefano di Cadore lo scorso 6 luglio, quando ha travolto e ucciso una famiglia in vacanza in provincia di Belluno. Un’ipotesi sollevata dalla stessa 33enne tedesca che, dal carcere della Giudecca a Venezia, lo ha riferito al suo avvocato d’ufficio, Giuseppe Triolo. Una versione che fatto scoppiare la rabbia dei due sopravvissuto all’incidente, Elena Potente e Rocco Antonello. Nell’incidente ha perso la vita Marco Antonello, 47 anni, Maria Grazia Zunin, 64 anni, e il piccolo Mattia di soli due anni. Attraverso i legali di Studio3A i famigliari delle vittime criticano duramente la tesi dei difensori della 33enne: «L’eccessiva velocità, determinante per le conseguenze terribili della tragedia, non dipende da “fattori terzi”. È inaccettabile addurre come alibi un gusto, e l’iniziale “disinteresse” pesa come un macigno: troppo facile provare rimorso adesso».


Dopo un lungo periodo di silenzio, i famigliari delle vittime hanno deciso di protestare, bollando come tardivo il presunto pentimento che la 33enne dice di aver maturato nelle settimane di carcere. «Sarà la consulenza tecnica disposta dalla Procura di Belluno ad accertare la fondatezza di questa circostanza», dicono i sopravvissuti all’incidente a proposito della perizia, senza contraddittorio tra le parti, che è stata affida dal pm all’ingegner Andrea Calzavara per ricostruire la dinamica, le cause e le responsabilità dell’incidente.


L’avvocato Triolo, che ancora attende il mandato per la difesa dalla famiglia di Hutter, è al lavoro per raccogliere la documentazione psichiatrica relativa alla 33enne, visitata di recente dal fratello. A proposito del suo pentimento, Elena Potente e Rocco Antonello commentano: «Contrasta con la condotta tenuta nell’immediatezza dell’incidente dalla donna, che si è letteralmente disinteressata di tutto, chiudendosi nel silenzio, come se nulla fosse accaduto. È troppo facile esprimersi così adesso ed è anche irrispettoso nei confronti di persone come noi che abbiamo perso in un istante così tanti affetti, che dobbiamo cercare la forza ogni minuto di ogni giorno per trovare i motivi per andare avanti e a cui nulla e nessuno potranno restituire l’immensità che c’è stata strappata».

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