Famiglia travolta, la procura smonta l’ipotesi del gesto volontario: «Hutter incapace di contenere l’ira»

Prima del tragico impatto con la famiglia veneziana, la donna è stata vista in un video mentre getta in aria una bottiglia d’acqua per mettersi alla guida e sfiorare un’altra auto durante un’inversione a U

«Quella di un gesto volontario è una ipotesi da consegnare alle astrazioni. È più probabile uno stato d’ira che non sappiamo da cosa dipenda», spiega il procuratore capo di Belluno Paolo Luca sulle ipotesi relative all’incidente di Santo Stefano di Cadore in cui sono morte tre persone, tra cui un bambino di due anni: Marco Antonello, 48 anni, il figlio Mattia di 2 anni e la nonna Mariagrazia Zuin di 65, tutti di Favaro Veneto (Venezia). Secondo Luca, l’indagata Angelika Hutter è una «persona che non ha capacità di contenimento dell’ira». E a dimostrarlo ci sarebbe soprattutto il video in cui si vede come la 31enne tedesca «ha lanciato l’auto in accelerazione». Sempre a proposito dell’ipotesi del gesto volontario, il procuratore ribadisce che è «supportata da pochi elementi oggettivi e non ci sono altri indizi che facciano pensare a un gesto volontario». L’auto della donna viaggiava indubbiamente a velocità sostenuta, ben oltre il limite dei 50 km/h imposto in quel tratto di strada. Nell’impatto, Luca conferma quanto emerso finora: «L’assenza di frenata e la suggestione che viene dal video in cui la sua macchina sfreccia a velocità elevata, senza manovra di emergenza per cercare di evitarli».


L’ipotesi della distrazione al cellulare e l’incidente sfiorato

Da un secondo video è emerso poi che Hutter aveva lanciato in aria una bottiglia riempita a una fontana, per poi mettersi in auto e compiere una pericolosa inversione a U. È stato lì che la donna ha rischiato già un incidente, prima del tragico impatto con la famiglia veneziana, sfiorando un’auto che stava uscendo da una strada laterale. Il procuratore ha poi escluso che Hutter fosse stata distratta al telefono mentre guidava: «Non era al telefono, né navigava sul web. Ma tutto sarà affidato a un esperto forense».


Il ricovero in psichiatria

Nell’interrogatorio davanti al gip nell’udienza di convalida, Hutter non era presente perché ricoverata nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Venezia. Il procuratore di Belluno ha spiegato che la donna non era in grado di sostenere l’interrogatorio: «Non si sa se lo stato sia permanente o momentaneo dovuto allo shock. Solo dopo si vedrà se sarà necessaria una perizia psichiatrica forense». Solo dopo che verranno meno le necessità del ricovero, ha spiegato il procuratore, Hutter tornerà in carcere.

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